Mentre altrove trionfa la destra, il Movimento 5 Stelle è primo partito al sud, in particolare in Campania e a Napoli, dove totalizza oltre il 40%, con punte di oltre il 60% in quartieri periferici come Scampia e Napoli est, dove il disagio economico e sociale sono molto diffusi. "Noi dobbiamo sperare che in futuro tutto quello che noi faremo porterà sempre ad avere più lavoro e meno reddito ma nel frattempo nessuno si può azzardare a puntare l'indice su coloro che dopo tanto tempo sentono uno stato vicino che dice tu devi avere la dignità di poter andare avanti ogni mese. Non attacchi il MoVimento 5 Stelle, attacchi quelle periferie". Gli elettori napoletani premiano dunque le scelte del Movimento guidato da Giuseppe Conte. Dal limite dei due mandati al reddito di cittadinanza, argomento di feroce dibattito in campagna elettorale. I 5 Stelle escono da una scissione con l'ex Luigi Di Maio, sconfitto all'uninominale dal pentastellato Sergio Costa, già ministro di due governi Conte, ed è amplein dei 5 Stelle anche nei collegi uninominali. "Il senso è quello di dare respiro, di dare ascolto ma anche di portare le istanze di un territorio che comunque ha delle grosse sofferenze, portarle in Parlamento". Duro il commento del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nei confronti del Partito Democratico nella coalizione che in Campania e a Napoli si piazza al terzo posto, dietro Movimento 5 Stelle e destra. Il primo cittadino è stato eletto l'anno scorso, sostenuto da una alleanza tra centrosinistra e pentastellati. "Io non ho condiviso lo schema delle alleanze perché penso che con questa legge elettorale ci doveva essere un fronte compatto. Credo che poi il Partito Democratico debba partire dai bisogni delle persone: il lavoro, la casa, il reddito, e purtroppo non è stato fatto". Ma il partito che totalizza più voti in Campania e a Napoli è quello dell'astensione, il 50% non ha votato.