Manovra, Ap minaccia rottura su bonus bebè

29 nov 2017
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Il via libera da Palazzo Madama alla manovra dovrebbe arrivare nelle prossime ore con un voto di fiducia. É un testo limato fino a notte fonda in Commissione e che ora il Governo deve far confluire in un maxiemendamento. A poche ore dal primo passaggio importante, però, dentro la maggioranza si riaprono le distanze sul bonus bebè, con Alternativa Popolare che minaccia di non votare la legge senza un ripristino della misura per i primi tre anni di vita dei bambini, e non solo per il primo anno. Il Governo, con una nota del Sottosegretario Pizzetti, fa sapere che il bonus è strutturale e trova le coperture per il 2018 e per gli anni successivi. Replica che non soddisfa del tutto i centristi, ma dal Partito Democratico sostengono che la norma in realtà sia chiarissima e che il bonus valga fino ai tre anni di vita del bambino, ma che dopo il primo venga dimezzata la quantità di denaro erogata. Per il resto la manovra, difesa ancora da Padoan, la Commissione non l’ha bocciata e non ne chiede una correttiva, ha ribadito parlando alla Camera il Ministro. Vale quasi 28 miliardi di euro, ma serve per oltre 15 miliardi a disinnescare le clausole di salvaguardia con l’aumento di IVA e accise. Centrale resta la questione pensioni, con lo stop all’aumento automatico a 67 anni per 15 categorie di lavoratori, misura contestata dalla CGIL e dalla Sinistra alla quale è piaciuto pochissimo anche il mantenimento, di fatto, del superticket, calmierato però da 60 milioni che le Regioni potranno usare per esentare le categorie più deboli. Cambiamenti, in attesa del maxiemendamento, difficilmente arriveranno, anche perché il testo è atteso in Aula alla Camera il 19 dicembre per un via libera definitivo che deve arrivare forzatamente entro la fine dell’anno.

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