"Un'aggressione ingiustificabile quella russa al popolo ucraino". Sergio Mattarella, nel suo messaggio per il XVII Congresso dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, non usa mezzi termini. Come già più volte aveva fatto negli ultimi giorni. "Un'aggressione", dice, "che ha fatto ripiombare il vecchio continente in un tempo di stragi, distruzioni, esodi che speravamo irripetibili dopo le tragiche vicende della Seconda Guerra Mondiale". Parole che seguono la condanna già ribadita dal Capo dello Stato quando aveva parlato di ripristino del diritto internazionale, di necessità di arginare e battere le ragioni della guerra aperta da Mosca. E, ancora prima, di un'opposizione che comporta dei prezzi, della necessità di impedire che la violenza dei potenti diventi un metodo. Una linea, quella italiana, rimarcata dal Governo Draghi. incontrato al Quirinale in vista degli impegni internazionali, in Europa e in Parlamento. Ora però il Presidente della Repubblica guarda al presente ma anche al futuro, parla di momento drammatico, di ferite che non sarà facile rimarginare, di sofferenze per le popolazioni civili. che scuotono in profondità le coscienze di tutti, di un attacco che colpisce le fondamenta della democrazia europea, che con la lotta al nazifascismo era rinata grazie ai valori della Liberazione, combattuta proprio dei movimenti europei di resistenza, come i partigiani fecero in Italia. E ora l'Europa unita si schiera al fianco del popolo aggredito, chiede che si fermino le armi, che si ritirino le forze d'invasione.