Presidente social. Sergio Mattarella nei suoi anni al Colle è stato anche questo. Non ha mancato di stigmatizzare gli effetti distruttivi e distorsivi di una certa tendenza, l'odio che corre sul web, il cyberbullismo, il mondo del falso le cosiddette fake news, senza dimenticare gli attacchi subiti dalla fabbrica dei troll, i profili falsi usati come arma di propaganda on-line e di attentato alla libertà del Presidente. Regia estera o interna che sia stata e che nei mesi della formazione del primo Governo Conte sul caso Savona e quella candidatura all'economia frenata anche in nome dell'Europa, lo aveva toccato da vicino. Di fatto Mattarella ha rappresentato un'innovazione totale al Quirinale. Palazzo del cerimoniale per eccellenza è per natura stessa della più alta carica dello Stato. Dai selfie mai negati, alle foto simbolo come quella per il primo certificato digitale scaricato. La democrazia va curata, coltivata per restare ai concetti cari allo stesso Presidente uscente. Letteralmente travolto dal seguito Facebook, Twitter, Instagram, YouTube come negli ultimi suoi discorsi di fine anno. Una svolta social avviata proprio con le dirette istituzionali, degli appuntamenti anche cruciali nella vita politica del Paese sulle piattaforme on- line per avvicinare e avvicinarsi alle fasce d'età più giovani. Svolta avviata anche a Palazzo come quel giorno dell'invito e del confronto con alcuni dei più giovani influencer della rete. "Io ho uno smartphone è un tablet e li uso molto. Quando sono in viaggio leggo i giornali o le notizie sul tablet".