Medioriente, diplomazie al lavoro per scongiurare escalation

16 apr 2024
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Giorni concitati in Medio Oriente aspettando la reazione di Israele all'attacco iraniano contro lo Stato ebraico in seguito al bombardamento attribuito a Gerusalemme contro l'ambasciata iraniana a Damasco di circa due settimane fa. Da una parte la politica israeliana che nonostante le dure parole rilasciate dal Ministro della difesa Gallant ancora non ha reso pubblico il tipo di risposta militare dello Stato ebraico che secondo fonti israeliane sarebbe stato deciso alla fine dell'ultima riunione del gabinetto di guerra. Indiscrezioni dell'Intelligence americana puntano verso un attacco circoscritto nei confronti dei proxy iraniani che operano all'estero, in Paesi quali il Libano e lo Yemen ma la situazione rimane volatile e tutto può cambiare velocemente. Dall'altra le parole del Presidente iraniano Raisi e del vice Ministro degli Esteri di Teheran che minacciano Israele con armi mai utilizzate prima dovesse lo Stato ebraico reagire alla provocazione. La diplomazia internazionale si schiera su due blocchi ben definiti: Stati Uniti ed Alleati occidentali condannano l'attacco iraniano e minacciano sanzioni, come confermato dal capo della diplomazia europea Borrell dopo un incontro di emergenza tra i ministri degli Esteri europei. La Cina e la Russia definiscono l'azione militare di Teheran come legittima autodifesa seppur chiedendo alle parti in causa di mantenere la calma per evitare una escalation regionale. Più duro il leader turco Erdogan che accusa Netanyahu di essere il solo artefice della destabilizzazione mediorentale per via della guerra dentro Gaza. Nel mezzo i Paesi arabi che cercano di mantenere un delicato equilibrio, l'Arabia Saudita lancia appelli per la moderazione e il cessate il fuoco dentro Gaza, la Giordania invece che ha attivamente collaborato alla difesa militare israeliana ed americana ha annunciato tramite le parole del re Abdullah che il suo Paese non è disposto a diventare un teatro di una guerra che non gli appartiene. Per il momento si resta con il fiato sospeso.

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