Al secondo congresso nazionale di Azione, a Roma, che intanto elegge presidente l'ex ministro Elena Bonetti, ci sono parecchi ospiti trasversali, tra cui il ministro della Difesa Crosetto, il commissario europeo Fitto e gli ex premier Gentiloni e Monti, soprattutto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che chiarisce subito di non essere lì a dare segnali di sostituzione agli alleati, ma per un confronto che fa parte della sua cultura politica. E ribadisce la linea sulla politica estera: stupita da alcune interpretazioni dell'intervista al Financial Times, sono per l'Italia che è in Europa, che deve difendere l'unità occidentale, e attacca l'Opposizione: "Sento leader in Italia che invocano la rottura totale con gli Stati Uniti. E ci sono leader che al contempo sostengono la linea che l'Europa non debba spendere risorse per la propria sicurezza. Cioè la proposta è rompere ogni forma di alleanza con gli Stati Uniti, ma chiedere loro di occuparsi della nostra sicurezza lo stesso? O la proposta è che l'Europa diventa una grande comunità hippie de-militarizzata, che spera nella buona fede delle altre potenze straniere?" Schlein replica: sono divisi e ci attaccano. Certo che c'è l'alternativa. Fare un salto di qualità nell'integrazione europea e reagire tutti insieme ai dazi, per esempio. Carlo Calenda intanto ha già mostrato condivisione con Meloni su temi come atlantismo e riarmo, ma su Trump e i dazi attacca: "Un'amministrazione, signori, che ha passato largamente il guado del rapporto tra le democrazie e le autocrazie. Quello che Trump vuole fare, è demolirla l'Europa e predarla insieme a Putin". Dice anche: riguardo alle alleanze nel Centro-Sinistra, e quindi al campo largo, che coi 5 Stelle ci si può avere a che fare giusto cancellandoli. E Conte reagisce: "Oggi il partito trasversale delle armi, da Meloni a Calenda, attacca furiosamente il Movimento 5 Stelle. Ma noi non ci fermeremo. Saremo il 05 aprile a Roma a dire no a questo piano di riarmo". Calenda sottolinea la vicinanza fra Conte e Salvini. Il leader della Lega invece parla di compattezza della Maggioranza, ma la ribadita contrarietà al riarmo è molto simile a quella dell'ex alleato. "Il ruolo della Lega, anche all'interno della coalizione di Centro-Destra, è quello di collante, e quindi tenere insieme la squadra con dei no precisi. Quindi no al piano Von der Leyen, no ai soldati di Macron". .