Un incontro, di poco più di un'ora e mezza, programmato per ragioni istituzionali. Il premier ungherese, Viktor Orban, dal primo luglio inizierà la sua presidenza di turno del Consiglio dell'Unione Europea e sta visitando le capitali per illustrare il suo programma. Dopo il colloquio, nelle dichiarazioni, i due capi di governo parlano di ciò che gli unisce: la sfida demografica, la gestione dei flussi migratori, ma anche di ciò che li divide. In testa il sostegno, poco convinto dell'Ungheria, alla difesa dell'Ucraina. "Abbiamo anche discusso, ovviamente, del conflitto in Ucraina sappiamo molto bene che le nostre posizioni non sono sempre coincidenti, proprio per questo voglio dire che apprezzo molto la posizione che l'Ungheria ha mostrato finora sia in ambito di Unione Europea sia in ambito NATO consentendo agli altri stati membri, consentendo agli alleati di assumere decisioni molto importanti anche quando non era completamente d'accordo." Non abbiamo parlato di questioni di partito, dice invece Orban, che pure al tema dedica l'apertura del suo discorso. La sua forza politica, Fideszt, spiega non entrerà a far parte dei conservatori di Giorgia Meloni per la presenza della formazione rumena AUR. "Ho reso chiaro che noi seguiamo una politica nazionale, gli interessi nostri nazionali e non possiamo far parte di una famiglia politica di cui fanno parte un partito rumeno che è anti ungherese." Sullo sfondo la partita su ruoli apicali dell'Unione a ridosso del Consiglio Europeo del 27 e 28 giugno potenzialmente decisivo. Da Palazzo Chigi filtra ottimismo sulla possibilità che un accordo si possa trovare nei due giorni di vertice. Meloni garantirebbe ad Ursula von der Layen nel proprio sostegno per il bis come Presidente della Commissione Europea in cambio di un Commissario con un portafoglio pesante ruolo per il quale la Premier sarebbe pensando al Ministro per gli affari europei Raffaele Fitto.