La sua famiglia europea, il gruppo dei conservatori, non farà formalmente parte dell'accordo ormai chiuso a Bruxelles fra popolari, socialisti e liberali, ma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, darà comunque a Ursula Von der Leyen il proprio appoggio per il bis, trattando direttamente con la presidente della commissione il prezzo del sostegno. Da Palazzo Chigi filtrano da giorni richieste chiare, un commissario di peso per l'Italia, magari con deleghe economiche e una vicepresidenza esecutiva. Meloni, in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno parlerà alla camera e al senato, a Montecitorio troverà ad aspettarla la segretaria del PD Elly Schlein e il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che hanno già annunciato l'intenzione di intervenire in aula. Il clima di certo è ancora surriscaldato per gli strascichi delle amministrative e per lo scontro sulle riforme che ha portato la premier ad accusare le opposizioni di toni da guerra civile. "Però io penso che le parole e i modi violenti che usa la sinistra non solo sull'autonomia ma sono tutte le riforme portate avanti da questo Governo, non siano in fondo altro che una difesa disperata dello status quo". La segretaria del PD dall'altra parte, galvanizzata della vittoria in 5 capoluoghi di regione nei ballottaggi, rinforza il guanto di sfida verso Meloni e il suo Governo e critica il presidente del senato Ignazio La Russa, che dopo l'ultima tornata meno vincente per il centro-destra, ha proposto l'abolizione del secondo turno. "Troviamo assolutamente sconveniente oltre che grave che la seconda carica dello Stato proprio nei primi minuti a caldo di una sconfitta parli di cambiare le regole".