Linea dura, ad oltranza. Sul caso Cospito Giorgia Meloni alza letteralmente la voce, per ribadire che lo Stato non tratta con chi lo minaccia. In platea ad ascoltarla le figure più importanti del governo, Salvini e Tajani, che sorridono quando la Meloni esclama che tra 5 anni il Governo sarà ancora lì al suo posto. "Dovremo sopportare menzogna e colpi bassi", dice arringando la folla, ma promette che il 2023 sarà l'anno delle riforme. "Daremo a questa nazione una riforma delle istituzioni che consenta di avere governi scelti dai cittadini e duraturi. Daremo a questa nazione una riforma della Giustizia che garantisca certezza del diritto e certezza della pena. E su questo non si tratta, io che credo che lo Stato non debba trattare con la mafia, credo anche che lo Stato non debba trattare con chi lo minaccia". Sul caso Cospito però è ancora scontro frontale con il PD, che ritiene le parole della Presidente del Consiglio sbagliate, nel merito e nel metodo. "Dice abbassiamo i toni, ma nel contempo assolve, senza esitazione alcuna, il comportamento, le parole, il linguaggio dei suoi luogotenenti in parlamento e nel governo e contribuisce ad incendiare e ad alimentare invece un clima di tensione e di polemica, che sinceramente non può essere l'esperienza tipica di chi guida un grande paese come l'Italia". Una censura arriva anche dal terzo polo, che con Carlo Calenda però chiede di mettere un punto alla vicenda e andare a capo. "Le parole di Giorgia Meloni sono parole sbagliate, perché i toni li ha alzati Fratelli d'Italia, facendo, tra l'altro, un atto che dimostra scarso senso dello Stato, dopodiché, anche basta. Poi chiudiamo sta storia e iniziamo a parlare di sanità, di economia e di istruzione, che sono i grandi temi di questo paese". In questa situazione non passa inosservata la presa di distanza da parte di Forza Italia, a cominciare dal suo leader Silvio Berlusconi, "noi", dice il presidente degli Azzurri "ci siamo tenuti a debita distanza dall'alzare i toni e dalle polemiche".