Da un lato la ragione della fermezza, dall’altro quella umanitaria. La politica dibatte, discute, litiga. L’emergenza migranti e il ruolo delle ONG creano più di una frizione tra maggioranza e opposizioni, ma qualche divisione o meglio differenziazione anche all’interno della stessa compagine di Governo sull’applicazione del codice di condotta voluto con forza dal Viminale, ma che non tutte le no-profit hanno sottoscritto, a partire da Medici Senza Frontiere laddove, proprio dal trasbordo effettuato da una delle sue imbarcazioni su motovedette della Guardia costiera, si era innescata la miccia delle polemiche o le opposizioni all’attacco dell’Esecutivo pronte a dichiarare fallimentare la strategia messa in campo perché così aggirata in piena regola. Ma a difendere l’operato del Governo e del Ministro dell’interno è il Colle che parla di grande apprezzamento per l’impegno di queste settimane e per il valore stesso del codice di condotta per le ONG che, ricorda il Capo dello Stato, è stato largamente condiviso dal Parlamento. È un settore che va disciplinato ma non criminalizzato, spiega il Ministro della giustizia Andrea Orlando, secondo cui le organizzazioni che salvano naufraghi e migranti in mare non sono una promanazione degli scafisti. Fermezza del Ministro dell’interno Minniti che pone fuori dal sistema integrato e coordinato dei soccorsi chi non ha siglato il patto. Questione umanitaria quella spostata dal Ministro delle infrastrutture Delrio, titolare delle decisioni sull’attracco delle navi nei porti italiani. Un confronto, quindi, anche in punta di diritto, a mediare è il premier Gentiloni. Fonti di Palazzo Chigi definiscono i risultati ottenuti frutto del lavoro del Viminale e di tutto il Governo. Il Premier si trova a muoversi in un vero e proprio giardino di cristallo fatto di delicate relazioni diplomatiche con le autorità libiche, di difficile contesto geopolitico nei rapporti con l’Europa, Francia in primis, e non da ultimo di una crescente criticità in mare.