"Ogni anno in Italia più di 200 ciclisti perdono la vita in incidenti stradali. Una vera e propria strage. Per capire i perché di queste tragedie c'è un solo modo, salire in bici e pedalare". La ciclabile della Martesana è una perla, bella anche con freddo e pioggia battente, ma percorrerla con altri battaglieri amici della bici scalda almeno un po' il cuore. "Ciao". "Nonostante la pioggia siamo tutti qui". "Per raccontare Milano dalle nostre biciclette". "Si va in bici anche con la pioggia è normale si può fare, basta essere attrezzati correttamente". "Si va in bici perché non siamo mica fatti di zucchero, anche se piove si va avanti". "Io non rinuncerei mai ad andare in bicicletta, anche se piove un po'". Lasciata la ciclabile della Martesana però ci troviamo in viale Monza e qui cala il gelo. Un furgone parcheggiato sulla striscia di asfalto riservata alle bici fa infuriare i miei amici, ma non sarà un caso isolato. Il nostro viaggio diventa un continuo sali, scendi, evita, scansa, frena, insomma occhi e orecchie bene aperti. Difficile essere rilassati, difficile godersi la città e la pioggia non c'entra nulla. Il nostro itinerario prevede l'attraversamento di piazzale Loreto, un coast to coast per nulla sereno per arrivare in corso Buenos Aires, una delle strade più trafficate della città e si vede. Risaliamo fino a Parco Sempione, è ora di pranzo, ma nessuna voglia di mangiare. I tanti bocconi amari di questo giro in bici hanno scalzato la fame. "Si ha tanta paura. Cioè noi possiamo avere potenzialmente un pubblico maggiore in bicicletta, ma non lo fa perché ha paura e questa è una cosa molto grave". "Noi organizziamo dei tour in bicicletta proprio perché così le persone si sentono più tutelate nell'andare in bici in gruppo. Le prime volte è sicuramente più semplice, poi una volta che iniziano non smettono più". Ci scaldiamo un po', siamo bagnati e stanchi, ma non rassegnati. La città e di tutti anche di chi sceglie di viverla in bici.