Tattica e strategia, accordi e tradimenti, stalli e balzi in avanti. Tutto fa parte della grande partita politica ma a regolare l'elezione del Presidente della Repubblica è la Costituzione che ne disciplina numeri e modalità. A votare il Capo dello Stato sono i cosiddetti grandi elettori, 1009 votanti. Ai 630 deputati e 321 senatori si aggiungono 58 delegati regionali, tre per ogni regione, a eccezione della Valle d'Aosta che ne ha solo uno. Per prassi, tra i delegati, c'è il presidente di ogni regione, più gli eletti dei rispettivi consigli regionali. La Costituzione prevede che le prime tre votazioni siano a maggioranza dei due terzi, dalla quarta scatta invece la maggioranza assoluta. Quindi per eleggere il presidente servono nelle prime votazioni 673 voti, che scendono a 505 dalla quarta votazione. Le operazioni si tengono nell'aula di Montecitorio e a presiedere l'assemblea è chiamato il Presidente della Camera Roberto Fico con accanto la Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. Il voto è a scrutinio segreto. Il Covid ha portato delle novità. I tradizionali catafalchi, con le tende e il feltro per garantire la riservatezza del voto, sono sostituiti da cabine senza tendine, più facili da igienizzare. Ci sarà una sola votazione al giorno per permettere un'adeguata sanificazione. In aula la capienza massima sarà di 200 persone, entreranno 50 grandi elettori alla volta. Prima i senatori, poi i deputati, infine i delegati regionali. Per consentire il voto anche ai positivi e a grandi elettori in quarantena, è stata allestita una postazione drive-in nella zona del parcheggio della Camera. Ogni scrutinio, con lo spoglio, dura circa quattro ore e trenta. Può essere eletto Presidente della Repubblica qualunque cittadino italiano che abbia compiuto 50 anni e goda dei diritti civili e politici.