Non accenna a placarsi la bufera su Nicola Morra per le sue frasi sul voto in Calabria e sulla Presidente della Regione, Jole Santelli, morta per un tumore. Dopo le polemiche e le accuse, gli inviti espliciti a lasciare il suo incarico, il Presidente dell'Antimafia non molla e ribadisce di essere stato frainteso, un taglia e cuci fatto ad hoc per distorcere il senso il suo pensiero. Credo che anche quello che è accaduto sia un episodio all'interno di una strategia, contrattacca Morra, perché quando dai fastidio a Cosa nostra, la mafia e la ndrangheta, allora bisogna sporcare, infangare e delegittimare. Le dimissioni quindi non sembrano un'opzione, nonostante l'indignazione bipartisan. Parole indegne e offensive nei confronti dei malati oncologici, ribadisce Antonio Tajani. Matteo Salvini rincara la dose su Twitter: uno che se la prende coi malati di tumore non dà fastidio alla mafia, è semplicemente un cretino. Della stessa opinione Giorgia Meloni: sei indegno, dimettiti. Anche le forze di maggioranza prendono le distanze. Secondo il Ministro Bellanova le parole di Morra certificano degrado e mancanza di rispetto non solo verso la governatrice, ma anche nei confronti del corpo elettorale. Emanuele Fiano definisce certe frasi offensive per i calabresi e ingiuriose verso la memoria di Jole Santelli. Pochi a difenderlo anche all'interno del suo partito, come Barbara Lezzi e Carla Ruocco. I 5 Stelle non parlo di dimissioni, ma in una nota ufficiale chiariscono che le affermazioni del senatore Morra non rispecchiano il pensiero del movimento. Ha fatto bene a scusarsi, secondo Di Maio, perché quando si parla di persone che non ci sono più bisogna avere tatto e sensibilità.