Poco più di un mese per dare una forma agli interventi economici è il tempo a disposizione del Governo per mettere nero su bianco il Documento di economia e finanza, da presentare in Parlamento entro il 10 aprile, per poi varare la correzione dei conti pubblici chiesta dall’Europa, la cosiddetta manovrina. Si parte quindi col DEF, dove l’Esecutivo indicherà come va l’economia italiana e come intende impegnare i soldi pubblici con la manovra per l’anno prossimo. Il Premier, Paolo Gentiloni, assicura che le priorità saranno lavoro e investimenti, che bisognerà mantenere i bilanci in equilibrio, ma anche che i vincoli europei non sono intoccabili e che c’è un margine di negoziato. In pratica, Roma si prepara a una trattativa serrata con Bruxelles, per ottenere uno sconto, ancora difficile da quantificare, e forse anche da ottenere, visto che sulle nostre finanze pendono quasi 20 miliardi di aumenti di tasse già programmati. Un rincaro di imposte che a fine legislatura tutti vogliono evitare, Confindustria compresa, che col suo Presidente utilizza parole dure: “non vorrei che in campagna elettorale per creare consenso, ha detto Vincenzo Boccia, si carichino di tasse le imprese che tanto non votano, perché non staremo zitti”. Per il Governo c’è poi il capitolo della manovrina da varare entro aprile. Stiamo parlando dei 3,4 miliardi di euro di aggiustamento di bilancio chiesti dalla Commissione europea. Denari che potrebbero essere trovati principalmente con tagli alla spesa, anche se rimane in pista l’ipotesi di un incremento delle tasse su alcol e tabacchi. Ma già in questa manovra di primavera Palazzo Chigi vuole dare un sostegno alla crescita, prevedendo che un miliardo venga utilizzato per accelerare la messa in sicurezza e la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto nel centro Italia. Una misura una tantum fatta di sgravi fiscali e incentivi per le imprese.