Chiusa la partita sulle Presidenze delle Camere, è aperta quella per il Governo, che passa attraverso una serie di scadenze e tempi non brevissimi che potrebbero aiutare le forze politiche a maturare una soluzione al momento difficile da immaginare. In Parlamento mancano ancora due passaggi, l’elezione dei capigruppo, fissata per martedì 27 alle 15:30 sia alla Camera che al Senato, non un passaggio di poco conto se si pensa che sono i capigruppo poi a salire al Quirinale per le consultazioni. Mercoledì 28 e giovedì 29 Senato e Camera eleggono quattro vicepresidenti, tre questori e otto segretari d’Aula. Poi qualche giorno di pausa in coincidenza con la Pasqua e subito dopo, a partire dal 3 aprile, il Presidente della Repubblica potrà aprire le consultazioni. Al Quirinale saliranno il Presidente emerito Giorgio Napolitano, i Presidenti delle Camere e poi i Gruppi parlamentari. Al termine delle consultazioni, il Capo dello Stato ha diverse possibilità: può stabilire un nuovo giro di consultazioni oppure assegnare un incarico che può essere esplorativo o pieno. Chi riceve l’incarico a sua volta può accettarlo con riserva e aprire un proprio giro di consultazioni per trovare la maggioranza necessaria a sostenere il Governo in Parlamento. Di solito, quando scioglie la riserva, il premier incaricato indica anche la squadra dei ministri che nel giro di pochissimo giura al Quirinale nel Salone delle Feste. Segue il primo Consiglio dei Ministri con la cosiddetta cerimonia della campanella che segna il passaggio di consegne tra il nuovo Governo e quello uscente. Infine, il voto di fiducia delle Camere. Questa volta si comincerà dal Senato.