La multa è di cinquantamila euro. La piattaforma Rousseau è colpevole perché non garantisce né la segretezza, né la sicurezza del voto degli iscritti ai 5 Stelle, il cui risultato può essere manipolato senza lasciare traccia, dagli amministratori del sistema, in ogni fase del procedimento elettorale. Questo, in pratica, l'esito dell'attività ispettiva svolta dal garante della privacy, che al termine di un'istruttoria durata due anni, ha condannato così l'Associazione, presieduta da Davide Casaleggio, a pagare una multa, appunto, cinquantamila euro e a predisporre una serie di misure correttive. Tra queste, cambiare quella che viene definita la permanente vulnerabilità della piattaforma e a rimuovere la condivisione delle credenziali di accesso, che rendono impossibile identificare e controllare i soggetti autorizzati a operare sulla piattaforma stessa. Pena ulteriori sanzioni. Ed è subito polemica con replica che arriva immediata anche sul blog delle Stelle, dove arriva un attacco duro contro Antonello Soro. “Temiamo che ci sia un uso politico del garante della privacy e che possa risentire della sua pregressa appartenenza al PD”, si legge. “Il garante della privacy dovrebbe tutelare tutti, non solo le persone del suo partito. L'Associazione Rousseau pagherà fino all'ultimo centesimo”. Viene poi messo in evidenza. “Ma all'autorità indipendente che si occupa della protezione dei dati personali” è il commento finale “non può più essere messa nelle mani di un uomo di partito”. E la polemica continua.