“L’impegno che assume formalmente, qui davanti a voi, Franco Alfieri è di portare a votare 4.000 cittadini di Agropoli, in blocco, armati, con le famiglie, entusiasti. Vabbu? Allora, mo’ vedi tu come devi fare, offrire una frittura di pesce ad Agropoli, le barche gli yacht. Fai che cazzo vuoi tu, però tu devi portare 4.000 persone a votare”. Ecco, questo è l’audio della riunione che il Presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, fece con duecento e passa sindaci in un hotel napoletano, non una riunione carbonara, segreta, ma pubblica, che qualcuno registrò e che finì sul sito del Fatto Quotidiano. Il linguaggio è quello che è, il personaggio anche, ed usa sempre toni forti, solo che questa volta quell’invito ad offrire frittura di alici e fare qualunque cosa per portare elettori a votare sì al referendum diventa oggetto di un’inchiesta per istigazione al voto di scambio. De Luca è indagato dalla Procura di Napoli, che è passata così da una indagine conoscitiva senza ipotesi di reato ad una inchiesta con reato di voto di scambio, ipotizzato, e responsabile da accertare. Per ora è lui l’unico indagato, che non commenta direttamente la vicenda, ma fa sapere di avere la coscienza tranquilla e di lavorare per i cittadini della Campania. Intanto i magistrati inquirenti ascoltano testimoni di quella riunione, quindi alcuni sindaci, e provano a capire se davvero De Luca è responsabile del reato di voto di scambio, tenendo presente che sulla questione, prima del 4 dicembre, i Cinque Stelle presentarono un esposto in Procura contro De Luca.