Il Sud decide, dicono gli esperti di sondaggi. Allora, Matteo Renzi prova a convincere il Sud e le Isole a votare “sì” al referendum. Nelle ultime ore, ha battuto la Sicilia in lungo e in largo, ultime tappe Caltanissetta e Palermo. Ed è arrivato in Sardegna, a Cagliari, dove parla ancora di referendum e incontra in un vertice informale il Presidente cinese Xi Jinping in Sardegna, tra il Marocco e il Perù, tra un vertice internazionale e un altro. All’incontro con il Mezzogiorno il Premier porta in dote una parola che significa, nelle intenzioni di Palazzo Chigi, sviluppo e occupazione. La parola è: decontribuzione. “Su tutto il 2017 chi farà, chi creerà posti di lavoro al Sud, e vale solo al Sud, avrà la decontribuzione totale, come il Jobs Act all’inizio”. Renzi parla ancora di Europa, argomento che potrebbe essere tra quelli sensibili per spostare i voti del 4 dicembre, specie quelli dati pro o contro il suo Governo. “Voglio bene a quella bandiera – chiarisce nel comizio di Palermo – ma è inaccettabile che l’Unione ponga più attenzione alle regole che ai morti nel Mediterraneo e che con i nostri soldi costruisca muri che bloccano idee, valori e persone”. Il Premier salta la tappa allo stabilimento dei cantieri navali a Palermo, dove lo attendeva una contestazione, e arriva a Cagliari in orario, per dire che lui, fino al 4 dicembre, ce la metterà tutta. “Io continuo a girare, lotto come un leone fino all’ultimo secondo, mi impegnerò come un matto, perché penso che questa riforma serva ai miei figli, non a me”. A fine giornata, vertice informale con Xi Jinping e cena di gala. Al centro dei colloqui cooperazione, investimenti e nuovi equilibri internazionali.