Si allungano i tempi dei lavori sulla riforma del processo penale, dopo il ricorso presentato dal centrodestra al Presidente della Camera sugli emendamenti sull'abuso di ufficio dichiarati inammissibili. Obiettivo di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia è allargare il perimetro della riforma ai reati contro la Pubblica Amministrazione, compreso quindi l'abuso d'ufficio. In attesa della decisione del Presidente della Camera dovrà slittare l'ufficio di presidenza che già nelle prossime ore avrebbe dovuto definire il calendario dei lavori in Commissione. Il timore è che lo stallo sulla Giustizia produca il primo reale strappo nella maggioranza che sostiene il Governo Draghi. E mentre Giuseppe Conte continua a mediare nel MoVimento 5 Stelle sul testo, il Premier punta a definire le eventuali limature prima di dare il via libera alla richiesta del voto di fiducia alla Camera. Ostacolo principale all'accordo le posizioni dei 5 Stelle, che del tema Giustizia hanno sempre fatto una bandiera. Si cerca di trovare una sintesi proprio sui reati più gravi, quelli di mafia e terrorismo, che Giuseppe Conte vorrebbe fuori dalla gabbia dell'improcedibilità. Una posizione condivisa anche da Luigi Di Maio, che ribadisce il sostegno all'ex Premier, invoca unità all'interno del MoVimento e sottolinea la necessità di trovare una soluzione che garantisca di procedere contro i reati più gravi. Ma il timing dei lavori sembra tutt'altro che scontato. Se dovesse passare l'ampliamento del perimetro per gli emendamenti chiesto dal centrodestra la riforma potrebbe non arrivare in aula il 30 luglio come da programma. Fortemente contrari all'ampliamento il Partito Democratico e i 5 Stelle. In attesa di conferme si susseguono le riunioni. Nelle prossime ore Giuseppe Conte incontrerà proprio i Parlamentari delle Commissioni al lavoro sulla riforma della Giustizia.