Riforme, al Senato voto finale sul premierato forte

17 giu 2024
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Dopo la rissa che ha trasformato Montecitorio in una curva in mano agli ultrà, il premierato e l'autonomia differenziata tornano in aula con la speranza che il confronto politico sia solo dialettico. E dopo le provocazioni, come liquidato le proteste in aula delle opposizioni contro l'autonomia, per il parlamento rischia di essere un'altra giornata di passione. Tra qualche ora la madre di tutte le riforme, l'elezione diretta del premier, come l'ha battezzata Giorgia Meloni, dovrebbe incassare il primo via libera nell'aula di Palazzo Madama, pochi dubbi sull'esito finale con la maggioranza che va dritta per la sua strada sull'onda del risultato lusinghiero delle urne. L'aula di Montecitorio riprenderà l'esame dell'autonomia senza gli 11 parlamentari sanzionati dalla presidenza, tra cui il leghista Igor Iezzi e Leonardo Donno, il pentastellato finito in ospedale dopo essere stato colpito allo sterno. Il provvedimento che che trasferisce alcune competenze da Roma alle regioni sta molto a cuore alla Lega che vuole sventolarlo di fronte al popolo del nord, mentre dentro Forza Italia non mancano le preoccupazioni e i distinguo. "E noi vogliamo delle riforme rafforzino il peso del ruolo dei cittadini e l'autonomia con i Lep, con le garanzie che abbiamo già ottenuto nel voto al Senato, per cui le regioni devono avere parità di prestazioni con interventi economici adeguati e credo che siano sufficienti per rafforzare il Paese". Fuori dall'aula PD, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi/Sinistra, + Europa si sono dati appuntamento nelle prossime ore a Roma per ribadire il proprio no a due riforme che sono un duplice schiaffo alla democrazia. "C'è un'Italia che è contraria al premierato, all'autonomia differenziata che si spaventa di fronte al fatto che ci sono inchieste che mostrano apologia di fascismo in partiti della maggioranza e che scende in piazza perché non può vedere le scene che si sono viste in parlamento, sentire vice segretari di partito dire che "Bella ciao" è peggio che inneggiare alla decima massa". Per i pentastellati l'autonomia differenziata è un favore alle pulsioni scissioniste della vecchia Lega. Azione e Italia Viva scelgono di chiamarsi fuori dalla piazza per dare battaglia in parlamento.

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