Ancora 24 ore. Giancarlo Giorgetti, eminenza grigia del partito, prende tempo per i nomi che confluiranno nelle liste della Lega, ma è tutto il centro-destra ad essere arrivato al rush finale con le carte ancora coperte. Forza Italia è a rapporto da Silvio Berlusconi, che avrà sempre l'ultima parola. Antonio Tajani parla di un partito che però dovrà fare dei sacrifici per la riduzione strutturale del numero dei parlamentari, certo, ma soprattutto per i mutati equilibri all'interno della coalizione che ora vedono Fratelli d'Italia come primo partito del centrodestra. Giorgia Meloni punta a triplicare il numero dei suoi parlamentari seguendo questo schema: la conferma di chi è stato in parlamento nell'ultima legislatura, la promozione dei migliori amministratori locali, l'apertura a personalità politiche che nel percorso di crescita di Fratelli d'Italia si sono avvicinati alla visione della Meloni. Nomi come Giulio Tremonti, ex Ministro dell'Economia dell'epopea berlusconiana, e l'ex magistrato Carlo Nordio, secondo alcuni, possibile Ministro della Giustizia in un ipotetico governo di centro-destra. Un esecutivo possibile che sul fronte delle scelte economiche cambierà radicalmente strada. "Deve finire l'odioso fenomeno dell'abusivismo e della concorrenza sleale, nel commercio, nel turismo, nei servizi, nella manifattura eccetera. Non permetteremo più il gioco dell'apri e chiudi fatto soprattutto dagli extracomunitari, quello di aziende che non pagano 1 euro di tasse e agiscono nell'illegalità e poi chiudono i battenti prima che lo Stato si accorga di loro, per riaprire magari con un altro nome. Chi vuole lavorare da noi è il benvenuto. Ma chi arriva da fuori dell'Unione Europea, prima di aprire la serranda, dovrà presentare una fideiussione a garanzia del pagamento delle tasse". La Meloni, dopo aver stroncato il reddito di cittadinanza, infatti boccia anche la proposta sul salario minimo definendola uno specchietto per le allodole.