Smart working, Bonetti a Sky TG24: non sia ghetto per donne

21 ott 2020
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Importante è che mettiamo pienamente in pratica quello che abbiamo imparato, ci salviamo solo se stiamo insieme. La parola comunità è la parola che ha vinto nel dopo Covid, quello che è stato definitivamente sconfitto è una visione di solitudine, di individualismo e questo anche nel rapporto tra le istituzioni, perché oggi abbiamo competenze diverse, responsabilità diverse. Così come chiediamo ai cittadini di assumersi reciprocamente la responsabilità nel rispetto delle regole, nella cura reciproca, nel sapere che il nostro comportamento andrà a incidere sulla vita degli altri, altrettanto i livelli e i luoghi istituzionali devono avere la consapevolezza che o ci si mette davvero in una dimensione di piena cooperazione e collaborazione, oppure non sapremo dare delle risposte adeguate per il bene del nostro Paese. La preoccupazione del Paese, e poi la preoccupazione che purtroppo però fa anche in modo che buona parte d'italiani siano più maggiormente responsabilizzati rispetto a quelli che sono i comportamenti quotidiani che la gran parte dei stanno adottando, è una preoccupazione anche dentro il Governo. Lo si vede da come si ragiona sulla base dei numeri, sulle indicazioni scientifiche quasi giorno per giorno per capire l'andamento e poi tarare quelle che sono le misure. Questo però più che la paura è la responsabilità, la responsabilità di sapere che le scelte che oggi facciamo sono scelte tra l'altro, che avranno un impatto di ritardo temporale. Rispetto a febbraio oggi possediamo modelli di valutazione anche matematica dell'andamento del virus che ci danno una capacità predittiva, abbiamo costruito un modello organizzativo e questo lo dobbiamo mantenere, che ci permette di poter individuare luogo per luogo, un tipologia per tipologia di attività, quei correttivi necessari proprio per andare a mantenere un livello di crescita dell'epidemia che, non dobbiamo nasconderci, è in corso, sotto dei livelli che risulterebbero altresì critici con però anche la capacità della politica di stabilire le priorità per noi. Le priorità per Italia Viva sono sempre state, lo abbiamo fortemente sostenuto, sono scuole aperte, attività produttive aperte, riorganizzazione del vivere sociale di tutte le attività, perché si mantenga come dire, non solo aperto, ma attivo un Paese. Perché oggi altrimenti il blocco, la chiusura, non solo creerebbe una situazione irreversibile di danno economico, ma mi permetta anche dire, di carattere sociale e educativo per le nuove generazioni.

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