Stefania Craxi: la notte del Raphael mio padre mi chiamò

15 feb 2022
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"Craxi con quel discorso che cosa fa? Difende il primato della politica, non il vecchio sistema, che era stato il primo anni addietro a chiedere di cambiare, quando chiese una grande riforma che cambiasse le istituzioni, i partiti, il sistema del Paese. Difendeva il primato della politica. Chiedeva a una classe dirigente politica di dare una fine politica alla prima Repubblica, non giudiziaria. Poi lei mi dice quello che emergeva delle inchieste, lei mi vuol dire che i magistrati milanesi o di tutta Italia non sapessero da anni come funzionava il finanziamento irregolare alla politica? Beh lo sapevano tutti, io credo anche i magistrati. Quindi dalle inchieste non emergeva null'altro di quello che tutti sapevano. Craxi disse il re è nudo. Disse tutti sapevano. La verità". "Stefania Craxi, la notte dell'Hotel Raphael lei cosa si ricorda? Dov'era? Cosa successe la notte in cui venne di fatto travolta la prima Repubblica?" "Io ero incinta della mia terza figlia. Era una gravidanza difficile, quindi ero a casa allettata, non potevo essere con lui. Vidi quella scena barbara, un'aggressione squadrista in televisione e rimasi molto scossa, anche perché le mie condizioni erano un po' di fragilità in quel momento e mi ricordo che mio padre mi chiamò, erano le 11:30 di sera, aveva fatto l'intervista a Giuliano Ferrara, mi chiamò, mi trovò un po' scossa, forse piangevo e lui mi rispose: ricordati che una Craxi non piange". "A distanza di trent'anni è tempo di fare, si può fare un bilancio politico di quella vicenda, è servito, cosa hanno imparato i partiti soprattutto che cosa è rimasto di quella vicenda per quanto riguarda l'organizzazione dei partiti politici?" "Ma un bilancio di quella brutta vicenda a trent'anni di distanza più che farlo io, lo può fare la stampa, lo possono fare anche i cittadini. La politica una volta e la politica quella vera è fatta di esperienza, di confronto giornaliero con la realtà, con la vita degli italiani e delle italiane, è fatta di studio, d'impegno, di cultura e i partiti selezionavano la classe dirigente politica e la selezione era durissima. Cominciava dalle periferie, dai piccoli paesi di provincia, dal basso e attraverso un cursus honorum o comunque una gavetta durissima, come può essere lo scontro politico. Quella cosa forgiava la classe dirigente politica. La differenza con la seconda Repubblica, i partiti sono stati distrutti. Quella capacità di selezionare la classe dirigente politica non esiste più. La stragrande maggioranza dei parlamentari, dei politici odierni sono stati scelti col favore del potente di turno. Abbiamo visto in questi anni che non è un buon modo di selezionare la classe dirigente politica e gli effetti però sotto gli occhi di tutti".

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