Non è ancora finita per la Premier Giorgia Meloni, il pacchetto di nomine del Consiglio Europeo è solo il primo round di una partita da giocare ora, in queste settimane, in vista del 18 luglio quando sarà l'Europarlamento ad avere l'ultima parola sul bis di Ursula Von Der Leyen. L'Italia continua a puntare una vicepresidenza esecutiva, un commissario con una delega forte. Nel governo però, sulla commissione che verrà, le voci sono dissonanti, se il vice premier leghista Matteo Salvini grida al colpo di stato, l'altro vicepremier il Ministro degli Esteri Antonio Tajani è impegnato a convincere la propria famiglia europea, il Partito Popolare a guardare non ai Verdi, ma ai conservatori di Giorgia Meloni per allargare la base Parlamentare che sosterrà Von der Leyen. "Un apertura ai verdi, un ingresso in maggioranza dei Verdi metterebbe fortemente a rischio anche il voto di fiducia di Forza Italia alla nuova Presidente di commissione." Le opposizioni accusano la Premier di isolare il paese. Guardando alle vicende interne criticano Meloni per la reazione ambivalente nei confronti dell' inchiesta di Fanpage, che ha svelato nostalgie fasciste e frasi antisemite, dentro il movimento giovanile di Fratelli d'Italia, Gioventù Nazionale. Se da una parte la Premier ha definito simili atteggiamenti incompatibili con il suo partito dall'altra attaccato, aspramente, la testata on-line per l'inchiesta realizzata sotto copertura. Gravissimo, dice la segretaria del PD Eli Schlein, attaccare la libertà di stampa anziché affrontare il problema del suo gruppo giovanile. "È gravissimo che la Presidente del consiglio anzichè affrontare il merito che emerge dall'inchiesta di Fanpage abbia colto l'occasione per un nuovo attacco, molto forte, alla libertà di stampa.".