Tregua armata nel governo, presto incontro Salvini-Di Maio

20 lug 2019
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La quiete dopo la tempesta, calma che però sembra per ora solo apparente. Già, perché se è vero che dopo l'infuocato botta e risposta tra Lega e 5 stelle dalle accuse sulle giravolte in Europa per accaparrarsi poltrone non meglio precisate a quella delle pugnalate politiche alle spalle, dagli attacchi diretti ai ministri fino alle critiche sul mancato senso delle istituzioni, adesso la volontà di chiarire e di chiarirsi è conclamata. Uno scontro aperto che nei giorni scorsi ha raggiunto livelli di tensione mai registrati fino a sfiorare la crisi di Governo, con tanto di ipotesi di salita al Quirinale, poi smentita, del vicepremier leghista. Alla fine però, prima Luigi Di Maio, poi lo stesso Matteo Salvini, hanno abbassato i toni. In mezzo il colloquio del sottosegretario Giorgetti al Colle, ufficialmente e formalmente per annunciare la sua rinuncia alla candidatura a commissario europeo, ma forse non solo per quello. Sta di fatto che di fronte alla finestra per un possibile voto anticipato in caso di crisi che arrivi al massimo alla fine di settembre, che poi scavalcando l'autunno, è quella sessione di bilancio dedicata alla manovra che necessita di un Governo in carica, passi direttamente agli inizi del 2020, la crisi stessa sembra essere stata congelata. Il vicepremier pentastellato invita il collega leghista a un incontro chiarificatore. Il leader del Carroccio risponde favorevolmente, ma sottolinea che il problema è nei no dei 5 stelle che frenano la ripresa del Paese. Un avviso a Di Maio e allo stesso premier Conte, che però difende Trenta a Toninelli citati da Salvini e chiede dei passi ufficiali e istituzionali. L'incontro a tre ci sarà, da definire quando però, di sicuro Conte riferirà mercoledì 24 in Senato sul caso Russia e sui presunti fondi di Mosca per finanziare la campagna europea del Carroccio. Lì la maggioranza potrebbe ricompattarsi sotto l'attacco del PD. Il segretario dem Zingaretti, che denuncia da giorni attacchi mediatici da profili social legati a Salvini e per questo invita il ministro dell'interno e la polizia postale a vigilare. In mezzo però, ci sono altri fronti. Uno fra tutti il dossier autonomie, il nuovo rinvio e l'ira dei governatori di Lombardia e Veneto che all'ottimismo del premier rispondono furenti. Autonomie e non solo, la strada verso la difficile, complessa e onerosa manovra tra rincari IVA da neutralizzare e flat tax da avviare, resta tutta in salita.

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