Ucraina e salari, dibattito acceso in maggioranza

04 giu 2022
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L'estate calda si avvicina e appare sempre più incandescente, non solo per le temperature. Le amministrative scaldano gli animi dei partiti che però già guardano, e non è un mistero, alle prossime politiche. E allora ecco che le tensioni si acuiscono e le distanze sui temi si fanno sempre più evidenti. Il conflitto in Ucraina porta con sé molte questioni cariche di rischi per la tenuta della maggioranza. Non si placano le polemiche sul viaggio, ormai archiviato, di Salvini a Mosca. Salvini che tiene il punto. Non demorde. "Se aspettiamo la pace di Letta e Di Maio", dice, "rischiamo di vedere nel frattempo, di qui a Natale, un milione di posti di lavoro bruciati". Leader della Lega d'accordo col Segretario PD solo sull'impossibilità di vedere ripetersi l'esperienza delle larghe intese. Leader della Lega che continua ad attaccare l'operato del Ministro degli Esteri. "Se i russi non vogliono parlare con lui, io sento il dovere di farlo con chiunque pur di raggiungere la pace", spiega. E Di Maio risponde così. "Quello che abbiamo visto in questi giorni, anche gli attacchi al sottoscritto, fanno parte di una modalità di campagna elettorale". Cresce poi l'attesa per il voto sulle comunicazioni del Premier del prossimo 21 al Senato con i Pentastellati che ribadiscono il "no" all'invio di nuove armi a Kiev. Ma le posizioni restano distanti nella maggioranza anche sulle modalità con cui reagire agli effetti dell'inflazione, del caro benzina e su come intervenire a sostegno delle retribuzioni. Tra queste il salario minimo vede molti partiti favorevoli ma da punti di vista diversi. Il Ministro Brunetta chiede sia legato alla produttività, come il titolare dello Sviluppo Economico Giorgetti che dice "non sia un tabù, ma bisogna stare attenti a come si fa". Così Calenda leader di Azione. "Il salario minimo è fondamentale per coprire i lavori che non hanno contratti nazionali di riferimento. Dopodiché non basta perché in particolare i giovani hanno una situazione di stipendio mediamente il 30% sotto la media nazionale". Ma il Movimento 5 Stelle insiste "è un percorso obbligato" e dal PD Letta pone il tema in cima all'agenda del partito. "La questione salariale" avverte "è fondamentale".

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