Ucraina e salario minimo dividono la maggioranza

05 giu 2022
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Ci sono le retribuzioni da sostenere, taglio del cuneo fiscale o altro, ci sono gli aiuti messi in conto, con modalità e risorse però tutte da definire a famiglie e imprese per arginare il carovita, c'è poi la guerra. Tanti temi, tanti punti di vista ben distinti come sul salario minimo che per i Cinque Stelle resta un punto fermo. "Se per alcuni politici è normale prendere paghe da fame, di €3/4 lordi l'ora, allora diciamo che la politica del Movimento 5 Stelle non è questa". Il Ministro Brunetta e parte del Centrodestra respingono l'idea di una legge per introdurlo. Si guardi alla produttività, spiegano. "La migliore alternativa reale a chi viene pagato troppo poco è che ci sia una proposta di lavoro dove lo pagano di più". Chi si chiama fuori è Confindustria che invece punta tutto sul taglio del cuneo fiscale. "I contratti Confindustria sono tutti superiori. Quindi non è un tema nostro. Se il Ministro Orlando vuole fare il salario minimo lo faccia e si assuma le responsabilità. Lo costruisca in una maniera intelligente in modo da non smontare i contratti collettivi nazionali". Prudenti i sindacati concentrati soprattutto sulla salvaguardia della contrattazione collettiva e sull'incremento delle retribuzioni. Ma le tensioni riguardano anche diplomazia, iniziative e accuse incrociate. E quel sostegno militare a Kiev che potrebbe trasformare, per dirla con le parole del Ministro leghista Giorgetti, il voto sulle comunicazioni del Premier Draghi, il prossimo 21 al Senato, il 22 alla Camera, in un passaggio rischioso. Insomma carne al fuoco e rischio ustioni. A Mosca che accusa l'Italia di aver messo in piedi una campagna contro governo e cittadini russi risponde il Ministro degli Esteri Di Maio respingendo al mittente ogni critica. Di Maio preso di mira, assieme a Renzi e Letta, ancora una volta dal Segretario del Carroccio Salvini. "Se aspettiamo loro" attacca "tra due anni siamo ancora qui a parlare di armi e guerra". Salvini che puoi insiste: "Se c'è bisogno di parlare anche coi russi lo faccio con orgoglio e a testa alta". E in vista del voto sulla risoluzione di maggioranza a Palazzo Madama torna a tuonare contro possibili nuovi aiuti militari a Kiev l'ex Premier Conte che, sul tema, proprio alla Lega aveva fatto appello. "Basta riarmo ed escalation militare. Vogliamo che Draghi sia protagonista in Europa per la pace". Dal Governo però, non a caso il Ministro della Difesa Guerini, ribadisce la linea: "L'Ucraina va sostenuta come fatto finora". Distanze e tensioni.

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