Il nostro prossimo ospite: Irama. Ma dove sei? Scusa, dimmelo. “Ciao”. Ciao. “Sono in macchina, sempre in viaggio. Non sono un appassionato di calcio, devo dirti la verità, però è sembra bello vedere professionisti all'opera, in azione sul campo. Diciamo che tutto ciò che è fatto bene, secondo me, che sia sport o musica, è sempre bello da vedere in generale al di là di passione o non passione”. Certamente. E poi dico anche che il calcio riparte, è un buon segnale e speriamo che riparta al più presto anche la musica dal vivo, magari con formule differenti. Intanto tu sei ai vertici delle classifiche da settimane con “Mediterranea”. Sai che facciamo? Ci guardiamo un pezzettino del video. Eccolo. (Musica) Io l'ho visto tutto questo questo video e ci sono un po' di atmosfere varie, da quelle gipsi a quelle vagamente apocalittiche se mi consenti. Come l'avete realizzato? “Ci abbiamo messo un paio di giorni. Siamo stati peraltro una delle prime produzioni più grosse a seguire tutte le norme per il momento particolare, quindi diciamo che è stato un bel tour de force, è stata dura in quei due giorni. Eravamo a Roma. C'erano i ballerini, c'erano un sacco di comparse. Era più vicino al cinema che a un videoclip come momento e come tipo di realizzazione, infatti sono molto contento. Sono stato molto fortunato anche a poter collaborare con dei professionisti di questo tipo, è stato divertentissimo. Poi è sempre bello girare i video, ballare. Alla fine è sempre legato alla musica, all'arte, quindi è divertente”. Poi devo dire che secondo me... io lo eleggo a mio tormentone dell'estate, se questo termine non ti dispiace, ma è con un'accezione sicuramente positiva, il più positiva possibile. Anche perché è un'estate in cui abbiamo necessità di essere il più leggeri possibile, di ballare, magari distanziati, e di permetterci il più possibile atmosfere leggere. Tra poco, tra l'altro, “Mediterranea” esce in versione spagnola. “Ci saranno un po' di novità per quanto riguarda quel fronte. Sarà una cosa diversa, sarà una cosa particolare, è un mercato diverso. Però penso che per le nuove generazioni sia giusto cercare anche di raccontare fuori dall'Italia la nostra musica e di portare alta anche la nostra bandiera. E' una responsabilità che io mi sento di prendere e come me anche altri artisti intorno a me italiani. Non vedo l'ora, voglio andare anche fuori a raccontare quella che è l'Italia e a raccontarla anche in modi diversi”.