Il Colosseo si riprende la città, e lo fa per la prima volta raccontando sé stesso attraverso una mostra che lo eleva a icona di tutti i tempi. Un’esposizione che va oltre il tempo dei Cesari e ripercorre la vita dell’Anfiteatro Flavio nei secoli. Un centinaio di opere esposte tra dipinti, modelli ricostruttivi e reperti archeologici, che ricostruiscono la storia del Colosseo, dalle sue origini fino all’epoca contemporanea: da luogo di martirio nell’antichità a simbolo di vita nel Medioevo, all’influenza che ebbe sui pittori e sugli architetti del Rinascimento, a teatro della Via Crucis nel Cinquecento, fino ad imporsi, nel Settecento, come emblema della cultura studiata dagli intellettuali stranieri che giungevano a Roma per il Grand Tour. Nelle epoche più vicine a noi, il Colosseo, con l’avvento del fascismo, torna alla ribalta come simbolo del potere, mentre dal Dopoguerra si impone nella cinematografia dei grandi capolavori del neorealismo italiano. Un sito da oltre 6 milioni di visitatori all’anno, che noi moderni guardiamo con incanto, e ne facciamo oggetto di cultura, letteratura e architettura. Ecco perché la volontà di celebrarlo con una mostra: “Dopo tanti anni di mostre che si fanno al Colosseo, questa è la prima mostra veramente dedicata a questo monumento, non a quello che era il Colosseo nell’antichità, ma al Colosseo, proprio alle sue pietre, alla sua consistenza fisica, all’interno della città, e alla sua storia”. Dal 2011, fulcro delle scoperte è l’epoca medievale, che interessa il Colosseo, per l’importanza dei reperti archeologici: “Le arcate del Colosseo erano state completamente reimpiegate e riutilizzate per costruirci case, abitazioni, magazzini, stalle che hanno occupato l’area per tutto il Medioevo”. Dodici sezioni ordinate secondo cronologia e per influenza storico-culturale, lungo il primo piano dell’Anfiteatro Flavio.