È la quarta volta di Paolo Taviani al Festival di Berlino. Occasione questa per portare, unico italiano in concorso, il film "Leonora Addio", in sala poi dal 17 febbraio. La storia in bianco e nero, la rocambolesca è vera avventura delle ceneri di Pirandello e del loro viaggio da Roma ad Agrigento, custodite nel film, da Fabrizio Ferracane. "Noi siamo riconoscenti all'autore e diciamo grazie Pirandello. Ora arrivederci, perché andiamo per la nostra strada che la letteratura è una cosa, il cinema è un'altra cosa. È un organismo audiovisivo, la letteratura è un'altra cosa. Quindi ti tradiremo moltissimo, ma sono sicuro che se tu potessi venirlo a vedere, capiresti e ci daresti ragione." 20 giorni prima di morire poi, il drammaturgo Premio Nobel per la Letteratura, scrisse "Il Chiodo", storia di immigrazione e dolore, che trova spazio nella pellicola. "Lui non è mai finito nel tragico. È sempre grottesco. C'è qualcosa che distoglie dal dolore rappresentato, cioè c'è sempre quello che non c'è, in questo film, che invece è solo e soltanto dolore.