Se qualcuno mi chiede dove eri quel giorno, dove sei stato in quell'anno, come stavi? Io penso sempre alle canzoni, le metto in ordine. In quell'anno ho scritto quella canzone, ho fatto quello, perchè contengono come uno scrigno segreto moltissime informazioni di me. Era necessario a 40 anni fare in modo che potessero parlare, che potessero dialogare. Un modo per dialogare sulla vita, una forma di comunicazione molto spontanea molto diretta, molto vera con chi mi segue, con chi scoprirà qualcosa di me che non conosceva. Forse qualcuno scoprirà il significato della mia canzone che ha sentito 1000 volte. Attraverso lo spirito che contengono canzoni, anzi le verità che contengono certe poesie contenute nelle canzoni che si può entrare nelle vite degli altri, noi siamo alla ricerca di una spiegazione In fondo di stessi, di quello che proviamo, un modo per visualizzare qualcosa e avere meno paura di vivere, meno paura di soffrire, abbiamo bisogno di razionalizzare quello che viviamo e nell'arte che è una delle forme di razionalità più vaga, inafferrabile, noi riusciamo a rivedere noi stessi, a specchiarci. un libro che parla una lingua al passato perché è come guardare le fotografie nascosto dentro lo scatolone e rivivere tutto quello che ho vissuto. Ma è chiaro, mi sembra palese che tutto quello che sto facendo in questo momento, soprattutto ora, durante il lockdown, durante queste difficoltà che tutto il Paese sta vivendo sono per costruire le fondamenta di quello che farò in futuro. Sono tantissimi i libri che avrei voluto scrivere io: Le confessioni di sant'Agostino.