La danza come contaminazione del tessuto urbano ma anche come arte pubblica in grado di arricchire luoghi significativi delle città e rendere partecipi anche le persone che si trovano lì, per caso. Tra stupore e curiosità ma soprattutto con il desiderio di conoscere i molteplici universi rappresentati dalle differenti danze. Un mondo ricco di progetti coreografici che ha visto il suo debutto ad Atene: in tre luoghi significativi della capitale greca, ovvero l'Opera Nazionale Greca, il Museo dell'Acropoli, il Museo Emst, sono andate in scena 21 MicroDanze: 12 a cura della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto e 9 realizzate da coreografi e danzatori greci in occasione delle celebrazioni dei 200 anni dell'Indipendenza del Paese. Brevi spettacoli di danza tra i 6 e i 10 minuti con al massimo tre ballerini e per un piccolo spazio. Li hanno realizzati artisti con provenienze e storie differenti proprio per creare un paesaggio coreografico dalle diverse e numerose sfumature. Tra questi Diego Tortelli, coreografo residente presso la Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, che per MicroDanze ha creato Kepler. "Raramente si ha la possibilità di partecipare in 21 coreografi allo stesso progetto. Siamo abituati a dittici, trittici, all'interno dei programmi in teatro e invece qua siamo 21 coreografi che si incontrano tra di loro presentando diverse estetiche quindi è proprio un ventaglio molto ampio sulla scena contemporanea, non solo europea, ma mondiale". Le MicroDanze fanno parte di "An Ideal City" ampio progetto iniziato nell'ottobre 2020 e che si concluderà nel luglio del 2022. L'obiettivo di questa collaborazione tra la Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, Les Halles e il Balletto dell'Opera Nazionale Greca è esplorare la danza in veste anche di arte da integrare nel tessuto urbano delle città di Atene, Reggio Emilia e Bruxelles. Integrazione, quindi, e contaminazione da realizzare attraverso il linguaggio universale della danza.