Torniamo a fare spettacolo. Lo chiedono i lavoratori ed è più di uno slogan. Da Milano a Palermo parlano con una voce sola gli attori, i musicisti, i tecnici e maestranze dello spettacolo che da mesi sono a casa in attesa che si possano riaprire i cinema e i teatri, che si torni a fare musica dal vivo, a vedere un balletto, a seguire un concerto. A Roma, davanti al teatro dell'opera, si sono ritrovati tanti addetti del settore e i leader delle tre confederazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, Landini, Furlan e Bombardieri. Vanno definiti, come esistono i livelli di assistenza comune essenziali di cultura. Vuol dire che in ogni territorio, in ogni comune, in ogni regione devono essere garantiti i servizi culturali e di spettacolo. Intanto 500 teatri si sono illuminati per una sera, hanno chiesto simbolicamente più luce, più attenzione, per sopravvivere dopo un anno di pandemia che ha fatto crollare gli incassi e fermato le produzioni.