Fa parte della storia a pieno titolo perché ha rappresentato tutti i difetti e i pregi di noi italiani. La gamma dei suoi personaggi e dei suoi film sono un ritratto di noi italiani. Quando tu facevi una domanda ad Alberto e non solo nei suoi personaggi, ma nella vita, lui rispondeva sempre con una domanda: "Che fai?", "E che faccio?". Era sempre un modo per prendere tempo, per non dare mai nulla per scontato. Insomma, in questo c'era il segno di un'atavica saggezza, della quale abbiamo tutti una grande, profonda e dolce nostalgia. Grazie. Al teatro Argentina di Roma tutti pazzi per il grande attore, con l'anteprima di "Siamo tutti Alberto Sordi?", Il documentario di Fabrizio Corallo che condensa in un'ora e mezza scene di film, dietro le quinte e testimonianze. Lui andava a ruota libera, era un futurista, era qualcosa di veramente innovativo e rivoluzionario. Una visione ricca di spunti nel centenario della nascita di Alberto Sordi, comico, drammatico, surreale e ancorato nella realtà. Il tentativo è stato quello di porre domande e di mettere in risalto come un talento così unico vada comunque studiato e ristudiato e non solo per la sua capacità di essere economico, ma per la sua capacità unica di essere un analista perfetto della storia del costume italiano. "Siamo tutti Alberto Sordi?" sarà in prima TV il 12 aprile su Sky Arte.