Il cartellone dell'ultimo spettacolo è ormai strappato dal vento. Come tutti i teatri italiani, il Sistina è chiuso da quasi tre mesi per l'emergenza virus. Le disposizioni del Governo permettono la riapertura dal 15 Giugno con un massimo di 200 spettatori in sala, distanza di sicurezza e altre misure. L'ATIP, la neonata associazione dei teatri privati giudica scollato dalla realtà il protocollo di riapertura. Cosa succederà nel teatro considerato il tempio della commedia musicale? Rimarrà chiusissimo. Purtroppo è vuoto come lo vediamo adesso con quel palcoscenico nero. Non ci sono minimamente le condizioni per un teatro a gestione privata di poter aprire il 15 Giugno. A parte che, insomma, diciamocelo chiaramente, questa apertura del 15 Giugno dei teatri al chiuso è un po' contraddittoria rispetto al fatto che i teatri al chiuso di solito a Giugno chiudono e si preparano per la stagione successiva. Limitare il Sistina a 200 posti si commenta da solo. Non ce la faremmo minimamente neanche ad aprire la saracinesca e ad accendere l'aria condizionata. Ma sul palco che facciamo? Gli spettacoli che faccio io, sul palco mettono 40, 50 persone contemporaneamente. Cosa succede agli spettatori seduti a distanza quando uno si deve alzare per andare in bagno? Passa lungo la fila e ovviamente rischia di urtare il distanziato di prima. Io indico una possibile ripresa, sono allineato col West End di Londra, con l'Olanda, si parla di Febbraio Marzo 2021 nella migliore delle ipotesi. Quindi per noi è ovvio che questo è un dramma, un disastro economico per le aziende che gestiscono sale private. Noi abbiamo messo insieme 14 grandi teatri italiani privati e insieme stiamo cercando di capire cosa possiamo fare per per rimanere in piedi, senza fare il lavoro che facevamo prima. Il teatro è sempre rimasto quello che è, ha sempre vinto ogni battaglia contro pesti, carestie, guerre, stiamo sempre qua. I teatri esistono, illuminano le città, accendono i quartieri, quindi sicuramente sopravviveremo anche a questo.