Un anno senza Camilleri: il ricordo di Carlo Lucarelli

17 lug 2020
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La felicità del raccontare. Sembra il titolo di un libro invece è l'eredità lasciata da Andrea Camilleri, secondo Carlo Lucarelli. Lo scrittore siciliano, papà letterario dell'amatissimo commissario Salvo Montalbano, è morto proprio un anno fa. L'eredità che io sento sempre in Andrea Camilleri è una specie di enorme, grande, felicità del raccontare. A me Camilleri mi ha sempre colpito, tutte le volte che andavo da lui per fare qualcosa lui diceva "aspetta" e o andava di là e tornava con un libro che stava scrivendo, o un libro che aveva visto e lì dentro vedevi che gli brillavano gli occhi per la meravigliosa storia da raccontare. Anche nei momenti più tristi, più cupi, quello che vuoi. Però c'era questo brillio, questo luccichio. Questa felicità del narrare, secondo me, è la sua grande eredità. Camilleri e Lucarelli, qualche anno fa, hanno scritto un libro a quattro mani, intitolato "Acqua in bocca". Una storia che ora torna in libreria con Minimum Fax. Un romanzo epistolare, epistolare di materiali. C'è il mio personaggio, Grazia Negro, e il suo Salvo Montalbano si scambiano materiali, idee, lettere, c'è un'indagine. E lo abbiamo fatto attraverso i materiali più assurdi. Lui una volta mi ha mandato un cannolo siciliano con dentro un pizzino con scritto quello che Salvo diceva a Grazia e Grazia in cambio gli ha mandato un cabaret di tortellini con sotto scritto una serie di informazioni. È uscito un libro così. Un personaggio immortale il commissario Montalbano. Rimarrà immortale, come i personaggi di Jules Maigret e tanti altri. Io mi immagino sicuramente degli apocrifi di Salvo Montalbano, oppure delle fan stories di chi scriverà un altro romanzo con Salvo Montalbano, anche se non ha i diritti, non può, non importa, gli piace e lo farà come succede con Sherlock Holmes, con Maigret, con James Bond. Oltre a Montalbano, resta uno dei più grandi scrittori italiani. Quando penso a Andrea Camilleri mi viene in mente proprio, veramente, la scintilla negli occhi. Questa roba qui me la porto dentro. La scintilla della felicità del raccontare una storia.

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