Ci lascia un po' troppo presto, però ci lascia tanto. Io me lo ricordo dopo la vittoria all'europeo, in una delle prime convocazioni. Era lì che tirava in porta ai portieri a fine allenamento, lo abbracciai e gli dissi: dai Gianluca, cerchiamo, sto provando dai, proviamo ad arrivare a questo Mondiale, manca un annetto. Mi dette una risposta col sorriso che mi ghiacciò, perché mi disse: spero di arrivarci anch'io. Però ti fa capire come poi, dopo riesce, riusciva da affrontare la cosa col sorriso e non aver paura a parlare come dicevi te e alla fine ci riusciva a far capire i veri valori. E con quel suo entusiasmo riusciva a contagiare tutti. Il sorriso che non è mai mancato nei momenti più difficili e pensare che non ha neanche potuto venire a festeggiare a Roma dopo la vittoria perché doveva proseguire le cure. E potete immaginare quanto potesse essere dispiaciuto di non essere con noi, quanto sforzo abbia fatto per non lasciarci prima; perché poi eravamo in un momento di bolla, nel periodo post-covid. E questo, è Gianluca. Ha messo davanti l'interesse della Nazionale addirittura la sua salute e niente lo porteremo sempre nel cuore. Tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, sicuramente.