La società di Mark Zuckerberg che controlla Facebook e Instagram nonché WhatsApp e Messenger è accusata dalla California e da altri 40 Stati americani di non dare ai giovani di contenuti dannosi, contribuendo alle loro crisi mentali, il tutto per ricavare profitti. Meta, si legge nella denuncia depositata presso il Tribunale Federale di Oakland, ha ripetutamente ingannato il pubblico sui pericoli sostanziali delle proprie piattaforme, ha consapevolmente indotto bambini e adolescenti a un uso compulsivo dei social tramite tecnologie potenti e senza precedenti. Gran parte dell'attenzione su Meta deriva dalla diffusione nel 2021 di alcuni documenti che mostravano come il colosso di Menlo Park disponesse di dati secondo cui Instagram creava dipendenza. Secondo l'accusa l'azienda si è sempre impegnata affinché i giovani trascorressero più tempo sui social nonostante fosse a conoscenza che il cervello degli adolescenti è suscettibile al bisogno di approvazione sotto forma di "mi piace" da parte degli utenti. Gli Stati americani accusano Meta anche di raccogliere i dati di bambini sotto i 13 anni senza informare i genitori o ottenere il loro consenso. La società di Zuckerberg in una nota si è detta delusa e si è difesa affermando di aver sempre cercato, al contrario, di rendere i giovani più sicuri durante la navigazione su siti e app. Lapidaria la risposta del Procuratore generale della California, Meta, dice, ha danneggiato gli adolescenti puntando sulla dipendenza per aumentare i profitti aziendali. La causa è solo l'ultima di una serie di azioni legali contro i social, anche TikTok e YouTube sono oggetto di centinaia di cause intentate per conto di bambini e distretti scolastici sulla dipendenza da social media.