Sull'intelligenza artificiale l'amministrazione Trump spinge verso la deregolamentazione, pensa che questo approccio possa avere dei rischi? "Guardi, penso che in questo momento tutto il mondo sta creando delle norme e vogliamo tutti implementare degli approcci basati sul rischio. Cosa vuol dire? Vuol dire che tutte le regole e regolamentazioni che abbiamo in tanti settori, quelli esistenti nella sanità, ma anche della finanza, perché nel comparto bancario, possano veramente implementare la AI al meglio e al massimo. Perché vede la responsabilità comunque rimane ancora nelle mani delle persone e anche delle grandi organizzazioni che poi danno lavoro a quelle stesse persone. Dopodiché c'è un altro elemento um nel senso che, tutto il quadro normativo regolamentare, attuale, mondiale, dov'è la sicurezza lì dentro, perché è chiaro che insomma, se c'è se ci fosse manc. di sicurezza è chiaro che l'impatto sarebbe su tutti, un pochino come la cyber sicurezza può avere un impatto su su tutti noi, così come eventuali stati o aziende che appunto avrebbero un impatto negativo, da questa mancanza di regole, quindi in questo caso, la AI perderebbe, come dire, una sorta di permesso sociale, così lo chiamiamo. Per cui è chiaro che servono degli standard mondiali che riguardo l'intelligenza artificiale sarà sempre molto utile. Non dimentichiamo mai quanto importante rimane il cosiddetto permesso sociale da parte di queste grandi organizzazioni, di poter operare, ma questo progresso è fatto e va avanti, sì". Copilot, l'intelligenza artificiale di Microsoft è in grado di svolgere tante attività che adesso vengono svolte dall'uomo. Che impatto avrà sul lungo termine? "C'è una cosa che dico costantemente, cioè cerchiamo di separare il lavoro che riguarda la conoscenza da una parte e dall'altra i lavoratori della conoscenza, perché questo? Perché questo ci riesce riesce a farci capire la situazione dell'occupazione in un modo diverso. Guardate, ho incontrato un'avvocatessa, e mi diceva tutti tengono a me, al mio lavoro, ma a me serve un po' di tecnologia in modo tale da poterne uscire viva, mi diceva. Questo avvocato lavora in una società che si occupa di fusioni e acquisizioni, quindi tanta carta, tanto materiale, tanta fatica, tanta burocrazia, che la la stanno veramente schiacciando, quindi lei sogna qualcosa di tipo co-pilot, che possa veramente dare una mano, così che lo stesso avvocato si possa concentrare sulle attività a valore aggiunto. Per cui penso che certo, questo potrebbe essere uno dei primi obiettivi che abbiamo a livello tecnologico oggi". Quale lezione imparariamo dal successo di Deepseek? L'intelligenza artificiale cinese in grado di competere con i modelli statunitensi impiegando meno risorse? "Forse la lezione principale da imparare da DeepSek è di non dare per scontato che l'ultima breccia l'ultimo miglio a livello architettonico e di architettura informatica sia già stato fatto. Assolutamente no, semplicemente Deepseek ci apra qualcosa di nuovo. Ancora una volta non diamo tutto per scontato. Non diamo per scontato che il sistema AI attuale sia l'unico che poi ci accompagnerà per il futuro". .