Sembra un'astronave, ma è una cartiera dismessa di inizio anni ‘80 progettata dall'architetto Niemeyer, a San Mauro, alle porte di Torino. Si chiamerà Space Park 12 mila metri quadrati, 7 mila dedicati solo alla produzione, 17 mila di parco aperto al pubblico e dall'autunno 2024 sarà la nuova casa di Argotec, azienda ingegneristica aerospaziale specializzata in microsatelliti. Nata nel 2008 in questa cantina dietro al Tribunale di Torino, passo successivo una portineria abbandonata e poi, nel 2013, l'attuale sede, diventata subito stretta per un sogno italiano troppo grande, cullato dal suo fondatore, David Avino, ingegnere informatico ed ex paracadutista della Folgore. Prima da solo, poi con un gruppo di 10 persone, oggi sono 130 ingegneri con un'età media di 33 anni. Entro la fine del 2023 saranno 200. Un investimento di 25 milioni di euro per questa nuova e futuristica space factory che continuerà a crescere. "Cresce non solo avendo un sistema di produzione automatizzato, quindi con la capacità di costruire circa un satellite a settimana, è quello che ci richiede il mercato, ma soprattutto anche che stiamo lanciando un aumento dei capitali di almeno 50 milioni per poi magari in 3-4 anni, quando il mercato ce lo renderà possibile anche per una successiva quotazione". "Argotec cresce anche negli Stati Uniti?" "Argotec cresce anche negli Stati Uniti, non stiamo solo assumendo qui ingegneri, circa un centinaio in Italia, ma anche circa una sessantina negli Stati Uniti, nello stato del Maryland, a 20 minuti da Washington DC dove abbiamo la nostra sede". Perché la Space Economy è un settore in espansione che vale miliardi di euro e l'Italia, anche con Argotec, gioca un ruolo importante per le future missioni spaziali. "È giusto, anche, che l'Italia continui a mantenere il suo ruolo di nazione capace da un punto di vista tecnologico, dal punto di vista scientifico e vada avanti ed Arcotec è una bella presenza in questo settore". "Dove arriviamo a breve? Entro 10 anni?" "A breve gli americani hanno deciso di tornare sulla luna perché è un passo complesso ma sempre più vicino. Dovremmo andare su Marte e poi continuare ad andare avanti. Cosa oggi impossibile ma, diciamo sempre ai nostri ragazzi, è una cosa impossibile datevi fare per farla".