Sky Inclusion Days - Arte in pugno

16 mag 2023
Dettagli

"Buonasera, buonasera e ben ritrovati su questo palco, è un piacere per me. Io sono una giornalista Letizia Cini, responsabile di un canale dedicato all'inclusione, si chiama: Luce, luce.lanazione.it se avete voglia di seguirlo e sono qui con un personaggio che conosco da tempo perchè mi sono occupata per molti anni di Arte: Omar Hassan, un artista." "Grazie, grazie ciao". "Un artista giovane, sediamoci, prima di lasciare la parola a lui, intanto partiamo dal nome di questo panel, "Un pugno all'Arte", non è un caso perché appunto Omar con i pugni insomma ha avuto a che fare. Adesso si occupa a tutto tondo di Arte e in passato è stato anche sul ring, un pugile. Un pugile che poi ha dovuto smettere per i casi della vita di combattere, hai fatto 121 incontri, se non sbaglio". "Quelli sono i quadri". "Ah sì, i quadri ma non erano il numero dei round? Dei round che aveva disputato, poi per una forma di diabete insomma ha smesso e si è dedicato a quella che era la sua grande passione, l'Arte, ha studiato è un ragazzo che ha studiato, ha fatto Brera ma nonostante questo ha deciso che il suo tipo di Arte lasciava il pennello, si è dedicato alla bomboletta e s'è dedicato ai guantoni in una parte della sua carriera prendendo a pugni le tele e facendo queste opere molto particolari, ed è lì che l'ho conosciuto. Quindi intanto benvenuto, se ci racconti un po' questo tuo incontro con l'Arte, con il modo di esprimere forse anche un po' di rabbia attraverso questa forma di Arte". "Io vi ringrazio dell'invito, sì, sembra sempre un po' che sono Tyson che si è messo a fare i quadri che non ci sarebbe niente di male, però in realtà, cioè, ho fatto l'Accademia in Brera, quindi questi lavori con i pugni hanno fatto più rumore rispetto a una ricerca pittorica che comunque era già presente e, sì sono diciamo tra virgolette, il primo che ha portato un concetto sportivo nell'Arte, perché per me appunto sono entrato in palestra che avevo 14 anni però già da piccolino scrivevo sui muri a casa, quindi i miei mi menavano perché facevo coi pastelli a cera tutto il corridoio di casa quindi già forse c'era una pulsione all'Arte, ecco. Poi a 14 anni entro in palestra, mi innamoro follemente di questo sport che è anche appunto metafora di vita ed è quello che ho voluto poi esaltare con i miei quadri, cioè il fatto che siamo tutti pugili, ognuno ha le sue croci, se vai a terra ti devi rialzare, insomma è la metafora di vita per eccellenza che poi sul ring siamo da soli. E quindi ho celebrato questo concetto e questo aspetto della mia vita attraverso questa serie di quadri che grazie a Dio sono andati molto bene. Come in tutti i lavori il passaparola è la cosa migliore, nel senso che ho avuto la fortuna di entrare subito in collezioni d'Arte grossissime e quindi questa cosa ha scatenato poi tutto il motore. Però, sì, diciamo che io in realtà ho sempre voluto fare l'artista chiaro il diabete è stato il mio "sliding doors" più potente però diciamo che ho sposato la frase del mio maestro: Ottavio Tazzi che dice: "Per fare la Box ci vuole intelligenza, ma chi è veramente intelligente non la fa". "Ho optato per fare i quadri e vincere da solo, ecco." "Eh sì perché voi lo vedete giovane ma lui ha esposto veramente a parte alla Biennale di Venezia nel 2017, da New York, Miami a Ginevra, insomma i suoi lavori sono stati apprezzati da Spike Lee, da Sharon Stone, ossia da tutti fra questi acquirenti avere anche personaggi così che apprezzano le tue performance e la tua Arte. Adesso ha appena concluso una mostra a Milano ed è in corso invece un'altra personale a Palermo dove c'è un'opera molto particolare, oggi è il 14 marzo, è la Festa della Mamma, qui si parla di famiglia e di inclusione, due domande, allora, la prima: ho visto che hai postato una foto con i tuoi genitori, tu sei italo-egiziano, quindi in questo caso l'inclusione proprio l'hai conosciuta fin da piccolino. Ecco l'importanza, cosa ti hanno insegnato anche da un punto di vista dell'inclusione, di questo essere diversi ma sentirsi comunque unici"? "Guarda, io dico sempre che sono l'incarnazione e l'esempio della tolleranza proprio grazie ai miei genitori, perché sono due persone estremamente religiose, mia mamma è italiana cristiano-cattolica, mio papà è egiziano ed è musulmano e sono la testimonianza che con intelligenza possiamo dire bianco e nero e continuare a condividere lo stesso tavolo. Quindi io grazie a Dio mi ritengo molto fortunato perché sono proprio stato cresciuto in questa armonia, nella predisposizione al nuovo quindi come si fa da voi come si fa da noi, quindi questo scambio sempre positivo costruttivo. E questa è una fortuna perché per come sta andando adesso il mondo che è tutta una competizione, tutto "Io, io", mi rendo conto che è una fortuna e lo devo chiaramente alla loro intelligenza perché.." "Eri emozionato, perché ho visto in quella foto in cui sei per mano ai tuoi genitori, perchè qui di famiglia si parla e fargli vedere che comunque insomma, quello che fai è riconosciuto". "Anche perchè persone intelligenti ma giustamente spaventate davanti al fatto che so, penso il figlio dica: "Faccio l'artista". "Tu vieni dalla periferia di Milano" "Casa mia la concretezza regnava sovrana, quindi alla risposta faccio l'artista, mio padre mi ha detto: "Quanto prende di stipendio l'artista"?, "Quindi ha detto no, aspetta". "Lo chiedeva anche a me quando dico che faccio la giornalista". "Quindi per me portarli a Palazzo Reale, dentro Palazzo dei Normanni nella mia personale insomma è la cosa che mi ha emozionato di più infatti ho scelto quella foto, perché.." "Si si vede che trasmetti stamani fra l'altro hai fatto una performance anche coi bambini qui al museo". "Si, ieri, pazzesca". "Ieri, com'è andata"? "Bellissimo, io coi bambini ci sballo, mi diverto tantissimo". "Ecco vediamo le scene di ieri". "Sono portatori di sensibilità", "Quando si dice sporcarsi le mani". "E poi alla fine è finita a stampi di mani sulla mia felpa, no, no, è bellissimo, quando posso faccio spesso lavori con bambini e ragazzi di ogni età, ho parlato dalla master in Bocconi alle comunità di Kairos di Don Claudio, alle elementari a questi progetti, insomma quando posso cerco di portare la mia passione". "Sempre in tema di maternità una delle opere che tu hai esposto a Palermo, venite a vedere questa mostra veramente molto bella è una Nike, questa volta non alata ma una Nike incinta, cosa significa? Cosa vuol dire? "Ho azzardato questa cosa con grande rispetto per quella scultura che è la mia preferita, eh sì, ho fatto la Nike di Samotracia incinta perché insomma è la dea della Vittoria e credo che una dea alata debba essere in attesa di vincere ancora in questa infinita ricerca del bello e della pace che secondo me, diciamo è l'unica cosa che poi crea un'armonia quando uno comunque sta sereno". "E' un significato di pace?" "No assolutamente la dea alata incinta per me è proprio, sono due anni che la volevo esporre e l'ho fatta quasi più di due anni fa e avevo solo bisogno il luogo proprio adatto che che la valorizzasse al massimo, e Palazzo dei Normanni che è diciamo la rappresentazione della tolleranza ed integrazione, perché da quel palazzo consiglio a tutti di vederlo, è pazzesco, sono passate nove epoche, quindi c'è questa Cappella Palatina che è fatta di otto culture che hanno lavorato insieme, hanno coesistito cioè trovi il mosaico arabesco, poi trovi la scultura cristiano-cattolica, marmi con scritte ebraiche tutto insieme". "E invece il tuo autoritratto è un puntino arancione, come è possibile?" "Per me l'autoritratto non è semplicemente l'estetica e l'anatomia della faccia, è anche tutto ciò che uno ha dentro e che che si sente, quindi io personalmente mi sento un pallino arancione, che è il colore della creatività" "Stupisce abbastanza, mentre invece ci sono le tue luci che sono famose anche queste piene di significato, sono nate dopo la pandemia se non sbaglio". "Le luci è un percorso, diciamo che i miei lavori possono sembrare quattro artisti ma in realtà mi piace che le mie opere siano molto ubique tra loro che possano comunicare, il filo conduttore è il tempo cioè io un po' ossessionato dal tempo che passa e che è una cosa che non è tangibile e quindi cerco di tracciarla attraverso i miei gesti pittorici, che può essere il tempo di un pugno, la ripetizione del gesto nel fare i tappini per fare queste mappe, "Spieghiamolo meglio, allora, Omar appunto come vi dicevo ha anche realizzato tante opere con le bombolette spray, è stata una fase della sua vita, i tappini che voi vedete sulle bombolette non li butta ma li dipinge uno a uno col dito perché noi siamo unici come diciamo stamattina, siamo ognuno diverso dall'altro e tutto questo però dà poi modo di vedere rappresentata all'interno di una teca la mappa della città dove espone. Quindi l'ha fatta a Milano, l'ha fatta ora a Palermo e spero la faccia presto a Firenze che è la mia città". "Firenze bisogna andare agli Uffizzi" "Sì lui è molto apprezzato anche da Eike Schmidt che è il Direttore della Galleria degli Uffizi, quindi insomma si spera di vedere un ritorno. Ecco, c'è stato un momento della tua vita in cui ti sei sentito al tappeto diciamo così oppure ti sei sentito non rappresentato? e come hai reagito e cosa consiglieresti magari ai genitori che hanno un figlio che sta attraversando un periodo difficile?" "Bel consiglio, no, io vabbè certo al tappeto ci si finisce ed è fatto per rialzarsi quindi cioè sono belle parole, però purtroppo la concretezza della vita è quella quindi si prendono colpi, si prendono delusioni, però l'importante è come si reagisce e come si trasforma questi "sliding doors" che sono presenti in ognuno di noi sempre, costantemente e boh consigli ai genitori, mamma mia che difficile io non lo sono ancora per fortuna perché adesso sarebbe da bruciargli il telefono, però non voglio neanche fare troppo il boomer e tutto quanto c'è un 50 e 50 però ecco quello che vedo quando vado a parlare ai ragazzini proprio più piccoli è che no aspetta, dò una fascia d'età, tipo 14-18 si sta perdendo un po' il contatto umano". "Siamo tutti assorbiti un po' dalla tecnologia, forse un po' di palestra non farebbe male, un po' di pugilato". "Ma anche semplicemente scendere ancora giù in strada, al baretto, cioè non lo so". "Perché invece i piccolini si fanno coinvolgere, basta dargli un colore in mano". "I bambini sono ancora cioè grazie a Dio l'anima dei bambini ancora non è stata intaccata nonostante si svegliano, perché comunque la mamma sta così 9 mesi adesso, quindi ormai sti bambini tu li vedi che a tre mesi il bambino è già lì che fà..., quando vai al ristorante vedi le famiglie che piazzano il bambino lì col telefono e vedi che il bambino comunque si autogestisce, dici cavolo ce l'ha innata, quindi penso che comunque ci sia un collegamento in qualche modo". "E' la famiglia un po' che deve dare un po' l'educazione è l'esempio, a un giovane che vuole intraprendere il tuo lavoro adesso si parla tanto anche di genere, ci sono artisti maschi, artisti femmine naturalmente, per entrambi i generi o anche il neutro non è facile, credo, come dicevi prima, dico ai miei genitori voglio fare l'artista, è un po' della serie: sempre meglio che lavorare no come dicono". "Era meglio salire sul ring che dire ai genitori". "Cos'è, ci vuole un po' di fortuna, ci vuole talento e fortuna?, non bastano qual è la miscela giusta?". "Io dico che la la fortuna si va a prendere, cioè comunque le cose si vanno a prendere, a me non è mai piovuto niente dal cielo e quindi io credo che sono energie che uno si crea comportandosi come decide di comportarsi e quindi tutto secondo me torna di conseguenza". "La tua più grande soddisfazione, quando puoi dire: io sono Omar Hassan, vivo col mio lavoro sono un artista"? "La più grande soddisfazione che proprio è incredibile è quando le persone che io ho sempre stimato, cioè i miei idoli, mi hanno comprato le opere, li ho detto ma veramente?" "Lui ha un profilo Instagram dove potete trovare". "Lì è il massimo, quando vieni stimato dalle persone che tu hai stimato quello penso che sia stato l'apice delle emozioni che ho provato, oltre a portare chiaramente i miei ad un grande risultato". "Li hai fatti vedere". "Sì, sì". "Ti ringrazio, è stato interessante importante conoscerti, dacci una chicca dopo Palermo, hai già in programma altre mostre?". "Si, il 9 giugno verrà inaugurata la mappa di Torino al museo Lavazza a Torino e quindi ci sarà questa ulteriore mappa sperando appunto di farne una serie anche se è pesante, lunga, però ne vale davvero" "Davvero, non ti ho chiesto quante ore ci vogliono di lavoro?" "Mesi, sono divisi però sono 9000 tappi che vanno a ricreare tutti i quartieri della città". "Il tempo è il tuo tiranno però alla fine hai la pazienza di usarlo". "Si, siamo qua a occuparlo quindi io cerco di occuparlo nella miglior maniera possibile". "Bene, Omar ti ringrazio tanto".

Guarda Altri
Sky Inclusion Days - Storia del mio nome
00:08:53 min
2 video
Video primo piano
Sky Inclusion Days - Afrowave
00:07:54 min
Sky inclusion Days - Figli
00:06:53 min
Sky Inclusion Days - Poetry slam
00:09:30 min
Sky Inclusion Days - Nata in via delle cento stelle
00:23:11 min
Sky Inclusion Days - Workshop makeup
00:01:39 min