"È arrivato il momento di parlare di libri. Rilassatevi, non interroghiamo nessuno. Vedevo già delle facce terrorizzate. Quanti di voi, quanti di voi stanno leggendo un libro in questo momento? Cioè, non adesso ma in questi giorni? Ok. Non so se seguite i booktoker, cioè le persone che raccontano dei libri di su Tik Tok. Prima mi ha fatto sorridere Aranzulla che ha detto che fa 40 minuti al giorno su Tik Tok, qui c'è gente che fa ore su Tik Tok non appena finisce la scuola. E spero che lo facciate anche con lei, con la protagonista della chiacchiera che faremo fra pochissimo che, appunto, è una booktoker, il suo profilo si chiama @magsbook, lei è Magdalena Rosa, tra poco salirà, solo quando i libri saranno pronti, e ci presenterà tre libri che ha scelto per questa giornata degli Sky Inclusion Days - Figli non è uguale a genitori di Lidia Dice. È arrivato, siamo pronti, abbiamo il tavolo, abbiamo la scrivania, abbiamo i libri, manca solo Magdalena Rosa". "Grazie". "Ciao Maggie". "Ciao, grazie mille". "Buongiorno e benvenuta. Dunque, partiamo dall'inizio: raccontami come hai cominciato a usare Tik Tok per parlare di libri". "Allora, è stato subito dopo la quarantena che io mi sono riappassionata alla lettura, perché prima leggevo tanto da bambina poi ho avuto un momento di stop in cui non prendevo più libri in mano. E ho riscoperto la lettura proprio grazie ad alcuni account su Tik Tok, quindi vedevo dei video che mi hanno fatto riappassionare. Quindi, da lì ho ricominciato a leggere piano piano ma non avevo nessuno attorno a me che leggesse. Quindi, ero da sola e sentivo il bisogno di parlare con qualcuno, di condividere questa mia passione con qualcuno e quindi ho detto: proviamo a fare un account, giusto per arrivare, io volevo arrivare a due persone, per conoscere due persone con cui parlare di questa passione e invece è successo quello che è successo e ne sono davvero contentissima". "Cioè, erano due persone precise o era un paio di persone? Ah, ok, con poche persone. Credevo avessi puntato due persone e avessi usato Tik Tok per farlo. Senti, mi racconti come fai esattamente? Cioè, tu, che so io, hai un libro nuovo da iniziare, cominci a leggerlo e lo leggi e basta e poi ci ritorni o hai una matita in mano, hai dei post-it?" "Penna". "Hai una penna?" "Assolutamente si". "Ai miei tempi era illegale usare le penne sui libri. Cioè, era una roba che solo matite". "Beh, ma in molti mi guardano male anche adesso". "Ah, ok. Perfetto". "Si, io ho questa particolarità, quindi mi piace rendere vivo il libro, quindi ci scrivo i miei pensieri, ci scrivo quello che mi fa provare in quel momento una determinata frase, la sottolineo oppure metto un post-it. Ogni post-it di colore diverso ha un significato. Scrivo una legenda a inizio libro, i post-it sono ovviamente abbinati alla copertina". "Cioè, come colori, come cromia?". "Sì, esatto". "Senti, invece, raccontami del rapporto che hai con le persone che ti seguono. Ti scrivono, immagino, ti chiedono delle cose...cioè, ti chiedono dei consigli extra rispetto a quelli che tu già dai nei video?" "Capita, magari se hanno una domanda più precisa oppure se vogliono raccontarmi un qualcosa di loro stessi così che io possa avere una visione più completa nel consigliare una determinata lettura. Capita che lo fanno ma danno tanto anche loro a me, perché loro magari vedendo i libri di cui parlo mi scrivono e mi dicono: guarda che secondo me questo determinato libro potrebbe piacerti molto. È capitato tante volte, e nella maggior parte dei casi i libri mi sono piaciuti davvero". "Quanti follower hai su Tik Tok?" "275.000". "Senti, c'è qualcuno che ti chiede, in base al suo stato d'animo di un momento..." "Sì". "Sì? Cioè: guarda, in questo periodo mi sento così, c'è un libro che mi può dare una mano?" "Esatto, perchè sanno che io sono così. Io posso avere voglia di leggere un determinato libro in quel preciso momento e il giorno dopo magari non ho più voglia di leggere quel libro perché ho bisogno di un riscontro emotivo preciso. Cioè, a me serve che se in quel momento sono triste e ho voglia di leggere un libro che mi renda ancora più triste, deve avere quella determinata questione all'interno. Quindi, loro sanno che io sono così e di conseguenza mi chiedono in base a come stanno loro in quel momento". "Sai se ti seguono, o se ti hanno mai scritto degli insegnanti?" "Allora, non mi hanno mai scritto degli insegnanti personalmente ma mi hanno contattato alcune persone dicendomi che i loro insegnanti fanno vedere i miei video in classe". "Wow!" "Sì, è un cosa bellissima". "E tu sei andata dai tuoi insegnanti dicendo: guardate che in altre scuole ci sono degli insegnanti che usano i miei video. Senti, parliamo dei libri che ci hai portato. Ne hai portati tre, raccontaceli un po'". "Allora, il primo è un libro che è diventata una serie anche, da poco, italiana: 'Tutto chiede salvezza' di Daniele Mencarelli. Questo libro ha una pesantezza molto profonda dentro. Il protagonista si trova un giorno, svegliandosi, in una stanza di psichiatria, in ospedale, con altre 5 persone e da lì inizia tutto un suo percorso, perché lui, diciamo, non si sente di star male, perché secondo lui non ha una malattia o particolarità del genere ma si rende conto di vivere la vita in modo diverso rispetto agli altri. Quindi, si sente come se sentisse tutte le emozioni amplificate. Quindi, dice: sono l'unico a rendermi conto che la vita è così effimera. Vede le persone divertirsi, vedere persone fare cose molto pericolose, cosa che lui non riesce a fare perché pensa subito, col pensiero, alla morte o a quello che potrebbe esserci dopo. E quindi finisce in questo reparto di psichiatria e da lì, costretto a starci 7 giorni, conosce le persone che ha attorno, che lui considera pazze, e si considera totalmente diverso rispetto a quelli che ha intorno, scoprendo una parte di sè sia brutta che bella. E, come ho detto prima, è diventato anche una serie tra l'altro e molto consigliata per i ragazzi" "Che si intitola proprio 'Tutto chiede salvezza'?" "Uguale. 'Tutto chiede salvezza'". "L'autore quanti anni ha? Di che generazione è?" "Te lo dico subito...è del '74". "Ah, quindi non è un ragazzino" "No. Io tra l'altro l'ho conosciuto, è una persona stupenda, davvero". "Senti, delle persone presenti qua, a chi lo consiglieresti? Cioè, lo consiglieresti a chi in questo momento ha voglia di vivere che tipo di sentimento?" "Questo è per chi vuole ritrovarsi nelle parole dello scrittore, perché ci sono davvero tante riflessioni, tante frasi in cui soprattutto i ragazzi si possono ritrovare. Quindi, la voglia di prendere in mano la propria vita ma allo stesso tempo il non riuscire a farlo. Quindi una persona che magari ha voglia di trovarsi all'interno delle pagine di un libro oppure di trovare un modo per conoscersi, questo libro secondo me è perfetto". "Perfetto. Che, diciamo, alla fine è l'obiettivo della letteratura". "Esatto". "Passiamo a quello dopo: 'Girl in pieces', cioè ragazza a pezzi. Voi non so se riuscite a vederli ma questi sono tutti i post-it che Maggie usa per..." "Questo è esagerato. Questo è il libro più postittato che ho in libreria. Non sono così normalmente. No, però questo sì perchè per me è stata una lettura davvero intima, ed è una lettura oggettivamente intima, nel senso che questa non è la lettura, per esempio, che consiglio a chiunque. Perché in italiano la traduzione è 'E poi ci sono io', io ho la versione in inglese". "'E poi ci sono io' è il titolo in italiano. Ok, quindi questa è la versione in inglese". "Esatto. Questo è un libro davvero davvero molto profondo, perché è una specie di monologo interno di una ragazza che si fa del male e quindi si sente tutto il disagio di questa ragazza molto giovane, tutto il suo modo di vivere la vita effettivo, ma ci sono davvero tante riflessioni e, come potete vedere, è un libro davvero grande, sono 500 pagine. Quindi non lo consiglio a tutti, sicuramente non lo consiglio a chi magari ha voglia più di una storia d'avventura o particolarità del genere perché questo è, di fatto, un diario, quasi. Un diario di una ragazza che racconta il suo bisogno di sentire, perché lei non prova emozioni, non riesce a provare emozioni e l'unico modo in cui riesce a sentire qualcosa è facendosi del male e l'unica cosa che sente è il dolore. Ormai il dolore è diventato la sua casa". "Questa è la versione italiana, se per caso vi interessa: 'E poi ci sono io'. E poi c'è l'ultimo libro che ci hai portato che ha un titolo che trovo bellissimo". "Sì, anche una copertina bellissima". "Anche la copertina". "'Brevemente risplendiamo sulla terra'. Questo libro ha come base, insieme agli altri due libri ugualmente, il disagio. Anche in questo caso il disagio è il protagonista effettivo del libro. È una lettera scritta da questo ragazzo alla madre raccontandole un po' tutta la sua vita ed è, effettivamente, una specie di autobiografia. Cioè, è la storia vera dell'autore. E ci gioca un po' con questa questione della lettera, perché in realtà la sua famiglia è emigrata negli Stati Uniti, lui è vietnamita di origine, quindi la sua famiglia ha vissuto la guerra e lui gioca, come ho detto prima, sulla questione della lettera perché la madre non parla bene inglese e lui in lingua originale lo scrive in inglese, con termini anche abbastanza complicati, quindi come se volesse mandarle un messaggio ma allo stesso tempo non volesse farglielo arrivare davvero. È una storia, anche in questo caso, di un ragazzo che non si trova nel mondo in cui è, da un momento all'altro si ritrova in un Paese che non è il suo, a parlare una lingua che non è la sua, con persone che lo considerano completamente diverso e a questo si aggiunge anche la sua scoperta di essere omosessuale. Quindi, è proprio completamente esterno al mondo e non riesce ad avere un appoggio nemmeno in casa. Le due figure più importanti della sua vita sono la madre la nonna, le uniche che ha, e sono entrambe due figure che sono troppo ancorate al passato: loro abitano ancora nel tempo della guerra. Questo libro lo consiglio in realtà un po' a chiunque, perché ha al suo interno tante questioni, ha al suo interno riflessioni, ha al suo interno parti in cui molte persone si possono ritrovare per quanto riguarda il rapporto con i genitori e anche una storia effettivamente molto bella". "Quanto tempo ci metti a leggere un libro come questo? Queste sono più o meno 300 pagine mi sembra". "Sì, sono circa 300 pagine. Dipende da quanto mi piace, ovviamente, un libro e da quanto tempo ho libero nella giornata. Però questo potrei leggermelo anche in un giorno, un giorno e mezzo". "In un giorno?" "Sì". "Ti capita di mollare i libri? O hai un senso di colpa fortissimo per cui..."No. Questa è una cosa che ho sviluppato dopo, prima era così, adesso no perché mi rendo conto che, comunque, ho tanti libri che mi aspettano in libreria e se quel determinato libro che sto leggendo al momento non mi dà le emozioni o non mi arriva nel modo in cui dovrebbe, è meglio metterlo da parte piuttosto che forzarmi perché so che forzandomi non mi piacerebbe mai. Quindi meglio, forse, aspettare il momento in cui so di potermici dedicare di più". "Qual è il libro che stai leggendo adesso? Ne leggi uno solo per volta?" "No, infatti stavo cercando quale dire..." "Dimmene due o tre che stai leggendo". "Allora, adesso sto leggendo 'Dammi mille baci' nella versione inglese, quindi 'A thousand boy kisses', che è un libro di Tillie Cole, che avrò l'onore di intervistare al Salone del Libro tra l'altro, quindi sto leggendo quello. Ho già pianto a pagina 16". "Questo, diciamo, è un valore. Piangere a pagina 16 è tantissimo. Cioè, di solito verso pagina 50 si piange. A casa mia verso 50-60, non prima". "Ho pianto anche a pagina 60". "Ok". "È un libro molto bello, finora. E poi sto leggendo, sto ascoltando in audible, 'Uomini e topi'". "Perché ascolti anche gli audiolibri?" "Ascolto anche gli audiolibri, anche questo da poco, ne ho ascoltati 4 finora. Li ho iniziati perché ho avuto anche io stessa la possibilità di andare a registrarne uno, esperienza che mi è piaciuta davvero tantissimo, e quindi ho iniziato ad ascoltarli ed effettivamente mi sono aperta un mondo, perché mentre faccio altro ascolto ed è bellissimo". "Senti, e poi ti salutiamo e ti ringraziamo. Forse uno dei più grandi intellettuali che ci sono stati in questo Paese, si chiamava Umberto Eco, alla domanda perché dobbiamo leggere diceva: perché ti regala la possibilità di vivere tante vite diverse". "Verissimo". "Se uno dovesse chiederti: perché dovrei leggere un libro? Perché comunque leggere un libro costa fatica, proprio, cioè, presuppone una postura alla quale quasi non siamo più abituati, che è quella di stare seduti con un oggetto in mano. Poi uno lo può leggere anche in digitale, tant'è, però siamo più abituati, tra l'altro, a non tener le mani ferme ma a muoverle sullo schermo. Perché uno dovrebbe fare questa fatica? Perché uno dovrebbe leggere un libro?" "Perchè è uno dei modi in cui una persona può trovarsi. Cioè, io quando c'è stato il momento in cui non ho letto, quindi quando ho abbandonato questa mia passione, è stato anche il momento più brutto della mia vita. Ovviamente le due cose non per forza sono collegate, però mi rendo conto che forse non è proprio una coincidenza totale, perché poi quando ho riscoperto la lettura è stato anche il momento in cui sono riuscita man mano a risollevarmi. Cioè, il leggere è un modo per staccare la testa rispetto a quello che ti succede attorno o capire di più quello che ti sta succedendo attorno, perché ti fa sentire meno solo, perché, per esempio, soprattutto 'Girl in pieces', 'E poi ci sono io', questo libro mi ha fatto sentire molto meno sola, perché tutti i pensieri scritti su carta di questa ragazza erano i pensieri che io avevo in mente e che pensavo di essere l'unica ad avere". "Grazie a Magdalena Rosa. Ci portiamo a casa questa piccola cosa: che leggere dei libri ci fa sentire un po' meno soli. Si chiama @magsbook il suo profilo su Tik Tok. Se già non l'avete seguita avete la possibilità di farlo. Grazie ancora". "Grazie mille". "Grazie a Magdalena".