Dopo un'estate, che secondo i dati del programma di osservazione Copernicus, si è guadagnata il titolo di più calda di sempre, l'impatto del cambiamento climatico sulle nostre vite è sempre più evidente. Ci sono luoghi però in cui questo cambiamento avviene a una velocità maggiore e con un'intensità che non si vede da nessun'altra parte, uno di questi è il ghiacciaio della Marmolada in Trentino, tappa finale della campagna di Legambiente "Carovana dei ghiacciai", un percorso lungo le alpi per informare i cittadini sullo stato di salute di questi siti così delicati. Nelle prime misurazioni di fine 800 la regina delle Dolomiti si espandeva per 500 ettari, pari a circa 700 campi da calcio, mentre oggi non raggiunge i 100 ettari di estensione. Finora il ghiacciaio è arretrato di 1200 metri e perde sette centimetri di spessore al giorno, a questo ritmo entro il 2040 non esisterà più. "Le trasformazioni ambientali si stanno ripercuotendo su questo ambiente glaciale e dobbiamo tenerne conto, non soltanto per il ghiacciaio in sé, ma anche per le aree circostanti e dobbiamo misurare il nostro comportamento per evitare di inserire ulteriori pressioni su un ambiente già compromesso dal punto di vista ambientale". A mettere in pericolo la Marmolada c'è poi anche la minaccia dell'inquinamento, da una parte gli impianti sciistici abbandonati, con un grande impatto ambientale e paesaggistico, dall'altra i rifiuti e le microplastiche rilasciate dai teli isotermici stesi sul ghiaccio in un disperato tentativo di rallentare lo scioglimento. "Siamo qui anche per pulire un pochino i sentieri di questi luoghi, per togliere rifiuti e nel medesimo tempo per capire attraverso i rifiuti come si sta fruendo di questa montagna, poiché noi vorremmo, in questo caso, un turismo diverso, un turismo più sostenibile, con meno impianti e più attenzione alla natura". Per chiedere azioni concrete Legambiente ha lanciato la petizione online "Una firma per i ghiacciai", un appello a non abbandonare questi luoghi preziosi è troppo a lungo trascurati.