"Ormai le acque sono arretrate di diversi metri liberando del terreno". "La pallina, due anni fa, arrivava dove c'è scritto 40". "Oggi siamo ad oltre 4.5 metri sotto il livello dell'emissario". Caldo record e precipitazioni sempre più scarse sono tra le cause del profondo stato di crisi del Lago di Nemi, alle porte di Roma. "Sicuramente il cambiamento climatico ha la sua fetta di responsabilità. L'uomo qui ha la sua grande fetta di responsabilità. Oggi succede che la falda si è abbassata notevolmente, per una serie di fattori, e tante sorgenti che alimentano il lago oggi sono secche". Circa il 30% dell'acqua della falda che alimenta il lago finisce negli acquedotti della zona. "Un attingimento importante, forse anche troppo imponente per l'equilibrio naturale di questo bacino lacustre". Siamo sui Colli Albani, un piccolo paradiso per chi vuole vivere la natura incontaminata. "Tutto il canneto rivierasco del lago era in acqua". "Oggi questa vegetazione viene scoperta dall'acqua e quindi a contatto con la luce del sole, si ha questo effetto di mucillagine". Quest'anno non si è arrivati al razionamento dell'acqua ma sono stati adottati altri provvedimenti. "C'è il divieto di utilizzo dell'acqua potabile per piscine, per innaffiare orti, prati e quant'altro". C'è poi un altro effetto negativo, meno evidente. "L'abbassamento del livello del lago, la minore pressione sulle pareti fa sì che cedono i lati del cratere, ma cedono le strade, i ponti di collegamento". Per salvare il lago, insomma, occorrono interventi urgenti. "Far sì che le acque piovane convoglino nel lago. Dividere quelle che sono le fognature dalla raccolta delle acque piovane". Bisogna fare presto, avverte il Sindaco perché: "Siamo vicino al punto di non ritorno".