"Finora abbiamo trovato principalmente plastica, ovviamente. Già anche abbastanza decomposta o distrutta, incastrata tra le fronde dei rami vicino alla sponda del fiume. Quindi siamo andati a disincastrarla e l'abbiamo iniziata a raccogliere." Giulia fa parte degli oltre 100 volontari che per tutta la mattinata, con canoe, kayak e gommoni, ma anche a piedi, hanno partecipato alla Trash Challenge 2024 per ripulire il Po e le sue sponde. Le pinze si allungano nell'acqua, i sacchetti si riempiono. Rispetto agli anni scorsi ci sono meno rifiuti, ma qui vediamo anche una bici, di quelle che si affittano i sharing, adagiata sul fondale. "Addirittura una bici sul fondale, bella arancione sfavillante. Ogni anno ne raccogliamo sempre una decina. Quest'anno come avete visto la plastica è stata minore. Quindi Madre Natura con le ultime piene ci ha un po' aiutato. Purtroppo quello che non migliora è il senso civico dei torinesi che considerano ancora il Po come una discarica a cielo aperto." "Cosa abbiamo trovato finora nel Po?" "90% le nostri carissime bottiglie di plastica in vario formato, colore e misura. Tanto polistirolo e tanti rifiuti anche di tessuti, di roba materiale, non organico ma la maggior parte rimane sempre purtroppo ogni anno la plastica." Proseguiamo la nostra navigazione a remi lungo i 7 km del tratto torinese del Po e passiamo davanti ai vecchi argini del Castello del Valentino. Sono in corso i lavori per ripristinarli. Dal 2026 qui attraccherà un catamarano elettrico che consentirà ai turisti di conoscere meglio il fiume e di viverlo appieno. Ma poco più avanti, sotto il ponte Isabella, vediamo incastrata un'isola di tronchi e sterpaglie. Oltre ai rifiuti, il fiume deve essere ripulito anche da questo, per una questione di sicurezza. "Sono del materiale biodegradabile ma quando ci sono dei momenti di piena del fiume, non facilitano anzi complicano la situazione per le esondazioni che aumentano di volume, quando torno dei tappi del genere lungo il loro percorso.