Assolto dopo 33 anni di carcere per non aver commesso il fatto. La Corte d'Assise di Appello di Roma ha chiuso con questa sentenza di assoluzione nei confronti del 59enne Beniamino Zuncheddu il processo di revisione relativo alla condanna all'ergastolo che portò in carcere nel 1991 l'ex pastore di Burcei. Zuncheddu allora fu giudicato l'autore della strage del 8 gennaio di cui Nisco accusa Sinnai dove furono uccisi a colpi di fucile all'interno di un ovile i tre pastori Gesuino Fadda, il figlio Giuseppe e Ignazio Pusceddu che lavorava alle dipendenze dei due. Decisiva nel 91 la deposizione di Luigi Pinna l'unico sopravvissuto alla strage che indicò in Zuncheddu l'autore degli omicidi con gli inquirenti che individuarono il possibile movente nelle ripetute liti tra le famiglie di pastori. I difensori di Zuncheddu nel corso di questi anni non si sono mai arresi e dopo aver ottenuto l'avvio del processo di revisione il 14 novembre scorso hanno trovato riscontro alla tesi di innocenza del loro assistito nella nuova testimonianza del teste chiave Pinna, che ammise di avere indicato Zuncheddu quale colpevole allineandosi a ciò che gli disse il poliziotto mostrandogli la foto di colui che poi sarebbe stato condannato all'ergastolo. Tutto questo portò il 25 novembre scorso alla sospensione della pena e alla scarcerazione, anticamera della sentenza di assoluzione che Zuncheddu ha ascoltato in aula. "Per me è la fine di un incubo", le sue prime parole tra gli applausi di amici e familiari presenti, quasi 33 anni dopo quella condanna che lo costrinse in carcere a soli 27 anni.