Era il 1978 quando Boris Giuliano spiegava la sua posizione sull'omertà. Un anno dopo veniva ucciso alle spalle da Leoluca Bagarella con 7 colpi di pistola nel bar in cui ogni mattina beveva un caffè prima di iniziare la sua giornata. Ucciso ad un passo dalla verità, come titolarono i giornali la mattina dopo, l'ultima delle tante che hanno consentito di ricostruire i traffici mafiosi di quegli anni e che hanno segnato il suo destino. A capo della squadra mobile di Palermo, Giuliano stava indagando sul ritrovamento di due valigette con 500 mila dollari all'aeroporto di Punta Raisi. Soldi che servivano per pagare una partita di eroina sequestrata al JFK di New York. È legata a queste indagini il ritrovamento di una patente contraffatta con la foto di Bagarella, cognato del boss corleonese Riina. Per l'omicidio di Boris Giuliano furono condannati all'ergastolo nel 1995 come mandanti Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Francesco Madonia, Giuseppe Calò, Bernardo Brusca, Nenè Geraci e Francesco Spadaro.