Questi oggetti sono alcuni degli oggetti appartenuti alle persone migranti, di passaggio nell'isola sui cosiddetti barconi sequestrati e triturati con tutto quello che vi è all'interno. Noi, a partire dal 2009, fino grossomodo al 2018, siamo andati dentro le barche a recuperare tutto quello che potevamo, perché altrimenti questo enorme patrimonio di memoria si sarebbe perso. Con il lavoro degli oggetti e con il recupero, in parte con il collettivo ad causam oggi è portato avanti dall'Associazione Culturale figli di Abele. Parla della storia e della memoria del Mediterraneo, Porto M. Quindi, le migrazioni e le narrazioni popolari e le memorie dell'isola fanno parte di un unico ragionamento e di un'unica grande memoria collettiva che per me è quella del Mediterraneo. Qui siamo nella parte di Porto M in cui organizziamo alcuni degli spettacoli di narrazione, dove avviene il recupero delle memorie dell'Isola di Lampedusa. Abbiamo fatto anche dei corsi di teatro per i più piccoli dove abbiamo recuperato, appunto le storie, le memorie dell'isola in cui poi recuperiamo anche, però, il modo di raccontare tipico della tradizione popolare siciliana.