La comunità si è riunita per le vittime della strage. Migliaia di persone sono partite dalla casa della tragedia, in via Ichnusa a Nuoro. Fiaccolata nel silenzio fino al centro della città per la famiglia che non c'è più, sterminata dal padre. Roberto Gleboni ha ucciso la moglie Giusy, la figlia Martina di 25 anni, il figlio più giovane di 10 e il vicino di casa Paolo Sanna di 69. Ha sparato alla madre che ancora si trova in ospedale. Tutti colpiti alla testa con la stessa arma che l'uomo usava al poligono. La città è rimasta sconvolta da una brutalità domestica mai vista prima. È stata la giornata degli esami autoptici a Cagliari sul corpo del killer suicida, della figlia e del vicino di casa. Poi sarà la volta del figlio di 10 anni e della madre. Gli esami possono essere utili a definire meglio la dinamica già chiara dei fatti. Agli investigatori interessa però soprattutto l'esame tossicologico sul corpo di Gleboni per escludere l'assunzione eventuale di sostanze. Ancora amici, conoscenti sono stati ascoltati dagli inquirenti. Il profilo che sembra scaturire dalle indagini è quello di un padre possessivo concentrato sul controllo della propria famiglia. La prima gravidanza risale a quando Giusy Massetti, poi moglie, era minorenne. Sempre casalinga impegnata nell'educazione dei figli. Dall'unico testimone della carneficina, il figlio sopravvissuto quattordicenne, la conferma che i genitori quella mattina stavano litigando. Non un movente ma la porta di un inferno.