Non si nasconde e non si tace. La posizione di Papa Francesco in tema di abusi è molto netta. Non si stanca di ripeterlo: la Chiesa si deve vergognare. Con forza lo ha detto prima in Belgio e ripetuto poi in più occasioni. Vergogna, anche un caso è troppo, ha ribadito. Bambini che si fidano, famiglie che li affidano. L'abuso è atroce per il pontefice. I casi ci sono e non devono essere taciuti. Per questo la vicenda di Monsignor Gisana rischia di essere un grande scivolone. Gisana, vescovo della diocesi di Piazza Armerina infatti, è stato rinviato a giudizio per falsa testimonianza relativa ad un caso di abusi. Il Vaticano ha inviato un visitatore apostolico con il compito di riferire a Papa Francesco. La vicenda riguarda il sacerdote Giuseppe Rugolo condannato a 4 anni e mezzo per abusi sessuali su minori. In particolare il visitatore apostolico a Piazza Armerina dal 15 al 18 gennaio avrebbe indagato sul comportamento tenuto dal clero della diocesi Armerina, dal vescovo Rosario Gisana appunto, rinviato a giudizio per falsa testimonianza, e da altri sacerdoti che pur essendo a conoscenza dei fatti non sarebbero intervenuti. In Vaticano è arrivato per riportare a Papa Francesco la vicenda ma il punto è che nel novembre 2023 qualcuno deve averlo relazionato quantomeno in fretta perché Bergoglio lo ha difeso pubblicamente, con parole forti, definendolo perseguitato e calunniato. Una vicenda che non sposta assolutamente la condanna ferma di Papa Francesco agli abusi ad opera di uomini di Chiesa. Ma ora resta da capire chi ha relazionato il Papa in modo da dargli la certezza di esporsi così tanto. Dal processo sono emerse alcune conversazioni tra il vescovo Gisana e il sacerdote Rugolo nelle quali la figura al vertice della diocesi di Piazza Armerina avrebbe detto proprio a Rugolo di aver insabbiato tutto. Il vescovo segue con serenità gli sviluppi del procedimento penale in corso e la posizione ufficiale della diocesi e ribadisce l'estraneità alle accuse.